50 anni dall'aggressione a Ramelli, il ricordo commosso di Bignami alla Camera
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50 anni dall'aggressione a Ramelli, il ricordo commosso di Bignami alla Camera

50 anni dall'aggressione a Ramelli, il ricordo commosso di Bignami alla Camera

“Ecco il ricordo commosso di Bignami alla Camera: «Ritengo doveroso, da parte del mio gruppo, ringraziare anche argomentare le ragioni per le quali abbiamo chiesto di intervenire sull'ordine dei lavori. Ringrazio appunto nuovamente i colleghi dei gruppi di minoranza così come quelli di maggioranza per aver accolto e colto una sensibilità e un'esigenza di larga parte del componente del mio gruppo di partecipare quest'oggi alla commemorazione che si celebrerà a per l'emissione del Francobollo speciale dedicato alla figura di Sergio Ramelli.

(Dopo una breve pausa, Bignami riprende il discorso)

Sergio ha un significato profondo e il segno d'attenzione che l'aula ha dimostrato nel ritenere assentibile la richiesta di anticipare la conclusione dei lavori è un gesto che oggi abbiamo sentito parole molto dure rivolte nei suoi confronti e non abbiamo voluto esprimere solidarietà e vicinanza, ieri, proprio perché forse avrebbe comportato l'esacerbazione ulteriore del clima. Ma bisogna anche rendere atto e merito all'aula quando si trovano momenti condivisi, momenti di solidarietà per un fatto tragico, molti di voi lo conoscono, quella vicenda. Voglio quindi approfittare dei 10 minuti e mi confero di non sottrarre tempo ai lavori dell'aula per ricordare Sergio con le parole della mamma Anita, quando tornando a casa il 13 marzo 1975, raccontava che era andata a prendere a scuola Simona, la sorella, in viale Romagna, Simona aveva 9 anni. Arrivando, raccontava la mamma, il ciao di Sergio a terra i Capannelli, una gran confusione, il ciao Sergio non aveva avuto il tempo di incatenarli, una signora mi strappa Simona di mano e diceva la bambina sta con me. 47 giorni di agonia, Sergio si spegnerà a 19 anni, il 29 aprile, il Policlinico, la camera di rianimazione, racconto un corriere, un articolo del Corriere della Sera, un po' ci dispiace, Oggi non aver letto una riga su nessun quotidiano che ricordi quel fatto.

Confidiamo che domani gli vogliano ricordare la figura di Sergio. Anita raccontava non so quante volte invocato la provvidenza, ho ripetuto Gesù Cristo, Aiutami, sempre accanto al lettino, sempre accanto al mio ragazzo, ho sperato fino all'ultima sera, quando aveva 39 di febbre e faticava a respirare, avrei voluto afferrarlo e portarlo a casa. Annetta riporterà Sergio a casa, dopo 49 giorni, e in questi 50 anni, forse ha insegnato tanto quella morte che il confronto politico può essere duro, la sua storia, presidente, ce lo insegna, mi permette di ricordare anche chi come mio padre fu attentato a cinque colpi di pistola in quegli anni. Credo che le parole più importanti le abbia dedicate Pierpaolo Pasolini, quando disse: in realtà ci siamo comportati con i fascisti, così venivano chiamati tutti i ragazzi di destra, parlo soprattutto di quelli giovani, razzista, perché sotto la parola fascisti veniva etichettato un mondo senza cercar di comprendere cosa in realtà al di là di questa marchio infamante veniva additato. Non abbiamo mai parlato con loro. Ecco forse se qualcuno avesse parlato con Sergio del perché aveva scritto quel tema che gli costò la vita, avrebbe scoperto che era un ragazzo solare di 19 anni che voleva solo vivere, e a me piace pensare che in questi 50 anni sia sempre vissuto un pezzettino di Sergio nei cuori di tutti noi. Fto. Le ultime parole furono: ‘Non capite mai, non vi accorgete di niente, smettete'. Forse la Mamma Anita diceva, ma non ne saprei niente'. La morte è ingiusta ma non può cancellare la vita. E Sergio, nel cuore, non morì mai. Per essa fu amato e onorato, anche se come ho potuto ripetere in vari occasioni. Ci tengo a ricordare, ci tengo a ricordare che Sergio è morto e che non c'è. Ma raccontare una storia è vivere».


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