“87 donne uccise nel 2024”, femministe imbrattano l'ingresso della Sapienza. Battibecco con la Prof
“87 donne uccise nel 2024”. Le femministe hanno vandalizzato l'ingresso della Sapienza, scatenando un battibecco con la professoressa. Oggi, un anno dopo l'omicidio di Giulia Cecchettini, le donne sono qui per ricordare le vittime del femminicidio, che in Italia sono state 87 solo dal gennaio di quest'anno.
Le femministe hanno portato una panchina rossa e l'hanno sporcata di nero, come simbolo di lutto per tutte le donne strappate in questo anno. Non è sufficiente ricordare la violenza solo due volte all'anno, dichiarano. Vogliono fare rumore ogni giorno, non solo in un minuto di silenzio.
La professoressa si scusa per non essere d'accordo con le donne, ma le femministe ribattono che non è sufficiente bloccare un'entrata di un dipartimento. La vera resistenza civile è creare un disturbo, anche se non è concordato. Le donne chiedono un reddito di liberazione, una misura più coerente per aiutare le persone a fuoriuscire da dinamiche di violenza.
La discussione si fa più accesa, con le donne che ricordano la loro lotta per anni, da sole, contro la violenza. La professoressa sembra non comprendere il significato della panchina rossa, che per le donne è un simbolo di lutto e di resistenza. Le donne chiedono di non essere dimenticate, di non essere considerate solo come oggetti da proteggere, ma come soggetti attivi nella lotta contro la violenza.
La scena si conclude con le donne che si rifiutano di andarsene, nonostante la richiesta della professoressa di usare un'altra entrata. Le donne sono determinate a fare rumore, a creare un disturbo, per non essere dimenticate e per non permettere che la violenza contro le donne continui a essere tollerata.