A 92 anni partecipa alla Maratona di Roma, la storia di Antonio Rao: “Quando corro mi sento libero”
Antonio Rao, un uomo di 92 anni, calabrese adottato dalla Capitale, possiede un'elenca filosofia: “Correre è vita. Mi fa assaporare la libertà”.
Sono le 3 del pomeriggio e Antonio, con la casacca rossa e pantaloncini corti, si allena lungo il perimetro dello stadio dei Marmi. Non sono passati ancora tre giorni dalla Maratona di Roma, dove ha tagliato il traguardo in 6 ore e 44 minuti, dieci minuti in meno rispetto all'anno precedente. “È stata un'emozione incredibile. Non so nemmeno io come descriverla. Tutti erano lì ad applaudirmi e ad acclamarmi. Sentivo che mi chiamavano di qua e di là. Ero così felice e sicuramente lo sarà stata anche la mia famiglia”.
“Quando corro mi sento libero. Mi sento. Non penso a nulla. L'importante è muoversi. L'importante è che io corro. Quando corro mi sento contento, felice, tutto quanto.”, dice Antonio.
Immagina che hauling con costanza, lui lo fa. Immagina che non ci pensa proprio, non ci pensa proprio. Dice di fermarsi qui e di fermarsi là. No, saluta tutte le persone che incontro, tutto quanto, e continua sempre a correre. “Ero libero. Iniziavo a sentirmi libero. Allora ho iniziato a correre e non ho mai smesso. Per me, correre è la libertà. La libertà vera.”
Poi dice che la sua famiglia è contenta, ne è sicuro. “Sono stato molto contento perché l'anno scorso ho messo un po' di più. Quest'anno sono arrivato 10 minuti meno dell'anno scorso e vorrei continuare. Se il Signore mi aiuta.”
“Quando sono arrivato al traguardo, ho avuto una gioia indescrivibile. La verità è indescrivibile. Non so nemmeno descriverla. Ho detto: ‘Mamma mia, guarda, la gente che batte in mano Antonio, qui Antonio, là Madonna, sono rimasto proprio felice. Mangio anche l'orgoglio, la felicità del nucleo familiare. Sono contento perché saranno contenti anche i miei parenti.”
Parla anche di quando era bambino. “Eravamo un gruppo di piccole persone e ci stava uno che correva. Non riuscivo mai a raggiungerlo mentre correva. La differenza era che lui andava forte mentre io lo lasciavo e me ne andavo. Da lí ho iniziato a correre.” Continua a riferirsi al mistero della sua passione per la corsa: “Il segreto? Non c'è alcun segreto. Sono una persona normale, mangio normale, ma la voglia che ho di correre non la so spiegare. Forse è la voglia di sfogliarsi un po' fuori dai problemi che si presentano in tutte le famiglie. Esistono i problemi, ma forse per uscire un po' fuori io mi sfogo correndo.”
