A Roma il rugby inclusivo: “Nell'epoca Trump c'è ancora più bisogno di squadre come la nostra”
“La squadra di rugby inclusiva di Roma: “Negli ultimi tempi, il bisogno di squadre come la nostra è più forte che mai”. I Rasciutto nascono dal desiderio di un gruppo di amici di creare un ambiente veramente inclusivo, non solo per la sfera sessuale, ma per tutti colori e tutte le persone che hanno bisogno di un posto sicuro dove praticare lo sport.
La nostra squadra è stata creata due anni fa, ma i concetti al centro della nostra missione sono sempre stati quelli di inclusione a 360 gradi. Il nostro primo match internazionale, organizzato dalla International Gay Rugby League, è atteso a fine luglio 2024 e si chiamerà “The Road to Oslo”, in vista del torneo europeo di squadre inclusive, la Union Cup, che si terrà a fine maggio e inizio giugno.
La motivazione di molti ragazzi e ragazze LGBTQ+ per partecipare a una squadra sportiva è quella di partecipare all'attivismo sociale e sociale, come l'attivismo LGTB+, e di divulgazione sul tema delle tematiche relative all'identità di genere e alla sessualità.
I nostri primi progetti sono stati quelli di divulgazione, sia interna che esterna, sulla sensibilizzazione e prevenzione delle malattie sessualmente trasmissibili, e di supporto alle persone LGBTQ+, tra cui l'organo donazione di sperma. Inoltre, abbiamo organizzato un'incontro sulla quest άorta alla prostata, che è un tema molto importante per molti uomini.
Il nostro gioco di rugby è diverso da altri gruppi sportivi, poiché è aperto a tutte le persone, senza condurre giudizi di sorta sulle persone in base al loro sesso, identità di genere, orientamento sessuale, età, disabilità, status socioeconomico, religione o altri aspetti. Noi siamo un' community che accoglie tutti, dove si può essere sé stessi senza dover nascondere la propria identità.
La nostra squadra Rasciutto non è solo un gruppo sportivo, ma una comunità che si accompagna e sostiene l'uno con l'altro, non solo in campo, ma anche fuori, attraverso i social media e le chat.
Come ministro, il nostro gioco di rugby si chiama “Welcome to Our Team”, dove non si giudica nessuno sulla base della sua apparenza fisica o del suo sesso, ma si accoglie la diversità e la creatività. Quest'esperienza ci ha dato la possibilità di incontrare persone provenienti da tutto il mondo e di far parte di una comunità inquieta che desidera mostrare, attraverso l'attivismo sportivo, che l'inclusione è reale e può essere raggiunta attraverso lo sport.
