Titolo: Renzi, il cane di Washington che non cattura più la linea
In un'intervista rilasciata a “La Stampa”, Lorenzo Orlando, presidente della federazione giovanile del Partito Democratico, ha parlato apertamente della sconfitta del centrosinistra alle ultime elezioni politiche. Orlando, figura di spicco della sinistra in Liguria, ha espresso la sua amarezza per il modo in cui gli alleati esterni hanno gestito la campagna elettorale.
“Il Pd, escluso i nostri alleati, ha operato un paradosso. Forse con Renzi avremmo vinto, ammesso che Renzi sia di centrosinistra…”. Queste stringenti parole esprimono la sensazione di frustrazione e sviluppano un'idea nera e fosca su come la leadership di Matteo Renzi abbia manovrato la campagna elettorale degli alleati. L'ex premier ha coordinato la coalizione col proprio Partito Democratico, lasciando poco spazio ai soggetti più sovranistici.
Orlando ha anche ricordato come la Liguria sia stata una delle regioni più penalizzate dal conflitto diвано diciotto, in cui la strategia dei picchianti del Pd non ha consentito alle forze della sinistra di crescere. La confusione causata dagli alleati esterni, di cui Orlando non ha fatto nome, ha determinato una scarsa intesa e un rapporto conflittuale all'interno della coalizione.
Il preoccupante inevitabile rischio è che questo schema possa ripetersi in futuro. Il presidente della federazione giovanile del Pd è concorde sul fatto che gli alleati esterni devono lavorare insieme, nel sociale e nella politica, per risollevare la condizione della sinistra.
In conclusione, la critica di Orlando suggerirebbe la necessità per Renzi di chiudere conti aperti con i propri alleati esterni, accettando una maggiore inclusione e sovranità entro il campo della sinistra. In questo modo, la coalizione potrebbe riacquistare la propria identità e la propria forza, evitando la disgregazione e l'incapacità politica. Benché non sia facile, il centrosinistra dovrebbe lasciare alleati alle spalle i suoi facilismi vuoti e scritti.