Al bar, in officina, all’alimentari: il progetto che accompagna i disabili verso la vita autonoma
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Al bar, in officina, all’alimentari: il progetto che accompagna i disabili verso la vita autonoma

Al bar, in officina, all'alimentari: il progetto che accompagna i disabili verso la vita autonoma

Ecco la riscrittura in italiano del testo:

“Al bar, in officina, all'alimentari: il progetto che accompagna i disabili verso la vita autonoma, siamo tornati con connessioni dal domani su Radio Village network. Qui si parla di tanto, si fa giornata mondiale accade oggi. Sport, voli, diremo qualcosa di viaggi, anche viaggi, anche si parla di viaggi. È vero, siamo sul territorio di Gazzada Schianno, in provincia di Varese.

Quello che la magari domani ha voluto fare è proprio creare una cultura della disabilità. Nel senso che effettivamente si è fatto proprio inclusione. Nel senso che si vuole promuovere alla magari domani il far vivere dei ragazzi di esperienze di vita vere. Ciao, ciao, ciao, ciao, Cami, tutto bene.

Come sta andando questo tirocinio qui al bar? Tutto bene. Ti piace mi piace, mi diverto, ti diverti, hai imparato a fare il caffè, poi ti ho fatto anche una volta da sola il caffè macchiato. Cerchi di dare una mano loro, danno una mano a te, perché anche loro insegnano molte cose a te e comunque sono sempre aperto a queste esperienze con questi ragazzi, che sono bravissimi. Qual è la cosa più bella di questo lavoro? Un caffè, e faccio, e faccio tutto da sola.

Ti piace Sì, poi un giorno potrò andare a lavorare sul progetto della magari domani, si chiama comunità diffusa ed è un progetto che coinvolge circa 90 ragazzi e ha nella sua idea di raggiungere tutti i luoghi del nostro paese per poter permettere loro di svolgere quelle mansioni adulte che riguardano un po' tutti. Questo è il progetto del pig market, quindi supermercato di Gazzada. Lì c'è Davide che lavora la.

Sto mettendo a posto il frigo e anche il freezer. Ho messo posto dei grisini qui, si sta bene. Si lavora. Noi siamo qui per lavorare. Ah, bravo! Siamo Luis Chiam Ales, che è la mia collega del lavoro, e vorrà continuare a questo, questo, il mio percorso del mio lavoro. Mi sento tranquillo, però ogni tanto c'è, c'è, c'è mia mamma, però quando non ci sarà più mia mamma, farò la mia vita o da solo, il mio futuro, mi piacerebbe, a vivere da solo o se no, con la fidanzata, abbiamo quasi 10 secondi, eh, e abbiamo un'altra notizia bomba, Luca, questa volta, come , giusto, sul parte streaming della rubrica. Sì, stanno per arrivare molte e sono tutte, o sono, TV molto belle. Quelle che proponiamo ai ragazzi è un entrare in relazione con qualcun altro, una moltiplicazione di dipendenze, finché dipendono solo dal l'educatore e diciamo che la loro vita è molto limitata. Invece dipendono anche dal pizzaiolo, dal panettiere, dall'operaio, dal collega, dall'amico, che sono tutte quelle relazioni che si attivano appropriandosi di un territorio.

Stiamo andando in cm cablaggi. Entriamo dal reparto produzione, perché è lo spazio in cui lavorano alcuni ragazzi. Magari domani, anzi, i più bravi se li rubano loro li assumono. Ti ricordi quando ti hanno assunto qui in cm cablaggi? No, non mi ricordo, 5 anni fa, più o meno, di più, tra gli accompagnamenti che facciamo, sicuramente c'è quello dell'accompagnamento all'autonomia sugli spostamenti sul territorio. Alcuni ragazzi arrivano dove anche il loro desiderio è “vorrei raggiungere casa in autonomia”. Quindi, per far questo, bisogna imparare una serie di passaggi, in cui i ragazzi vanno accompagnati, ad esempio, devo saper leggere l'orario del treno del bus che mi serve, devo sapere anche la destinazione, qual è? Questo è la struttura albergo dove attualmente viviamo l'esperienza sia del progetto, dopo di noi, che la realizzazione del progetto, abitare per me, ciao ragazzi, guardate. Ciao, questo è il servizio di formazione alle autonomie e i ragazzi si stanno sperimentando nella preparazione del momento del pranzo, giusto apparecchiamo, apparecchiamo per chi, per il momento, per noi, del pranzo. Pranzo, momento del pranzo. Questa è la parte ristrutturata dove i giovani vivono una settimana, più o meno, al mese, e vivono una settimana fuori di casa, lontano dalla famiglia. Cosa ho fatto io oggi? Ho stirato. Io oggi e l'obiettivo è quello di fare esperienza di tempi lontani dal nucleo familiare, lontani dalla famiglia, di potersi sperimentare in quel che è la vita più concreta, vera, fuori dal nucleo familiare. Quello che c'è, è particolarmente interessato di questo progetto è l'apertura alla comunità, il fatto che è una casa che non ha le mura ed è chiusa, ma è una casa che è aperta alle opportunità della comunità, il forte coinvolgimento delle famiglie, perché comunque costruire i percorsi di autonomia è difficile per tutti i genitori, a maggior ragione per i genitori delle persone con disabilità e quindi offrire questa opportunità e questo confronto tra famiglie è cruciale.

Un altro aspetto molto interessante è la bellezza anche della risposta, perché anche le persone con più fragilità devono avere il diritto di vivere in situazioni belle anche da un punto di vista architettonico. Non ultimo la collaborazione con le istituzioni. È importante che il terzo settore, in questa costruzione dei percorsi di autonomia, si interfacci e collabori in modo deciso e strutturato con le realtà istituzionali. ”


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