Al cinema “Hokage – Ombra di fuoco”, il ritorno di Shinya Tsukamoto
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Al cinema “Hokage – Ombra di fuoco”, il ritorno di Shinya Tsukamoto

Tsukamoto apre il suo sogno per terza volta col film “Hokage – Ombra di fuoco”, un mondo di tormento e riflessione che nasce da una messa in scena essenziale e spietata. Il regista, produttore, direttore della fotografia e montatore del suo lavoro, qui si accosta ai corpi e ai gesti più piccoli di esseri umani, proponendo un'indagine sulla dimensione umana e corporea che si sviluppa lungo le ferite di un intero Paese.

Il cinema di Tsukamoto è condizionato dai contrasti tra luce e buio, capaci di unire equilibrio e sperimentazione. In “Hokage – Ombra di fuoco” non c'è spettacolarizzazione, né fanfare militari, ma solo la concretezza della carne e le sue violazioni, i suoi traumi e il suo potenziale. “Dato che il mondo si sta allontanando dalla pace, mi sono sentito in dovere di girare questo film, come se fosse una preghiera”, afferma il regista.

In questo film, non è l'essere vittime a contare, ma il reincarnarsi, il trasformarsi in qualcosa di nuovo. Tsukamoto indaga la condizione umana attraverso la concretezza della carne, esplorando la capacità del corpo umano di subire violenze e traumi ma anche di trasformarsi e reincarnarsi. La sua è un'investigazione sull'uomo, sulla sua condizione di corpo e anima, che parte dai piccoli gesti e dalle ferite più profonde.

Con “Hokage – Ombra di fuoco”, Tsukamoto apre una finestra sulla condizione umana, sulla sua capacità di subire e di risorgere, sulla sua capacità di reincarnarsi e trasformarsi. Un viaggio esistenziale che procede lungo le ferite del corpo e dell'anima, seguendo i segni di soggettività terribili che dividono la strada. Un cinema che non si fa beffe della vita, ma la custodisce come un quid preciosissimo, un dono di esistenza che racchiude in sé la bellezza e il dolore.

Il regista tien ferma la sua tensione qui, accanto ai suoi protagonisti, a osservare la vita, a scegliersi strada tra le illusioni, a comprendere l'uomo, con la sua carne e il suo spirito, con i suoi conflitti e le sue code. Un cinema autentico, lontano dagli stereotipi, dalle semplificazioni, dalle facili risposte. Tsukamoto non concede alcun giocattolone, non ammicciamossa d'appointi, ma forma di vita, di morte, di trasformazione. “Hokage – Ombra di fuoco” è una tale forma di vita, è un film che nasce dalla tragedia umana e che si rivela come una fune tra passato e futuro, un ponte che grimanda tra gli opposti.

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