Alessandro Ferrucci e Marco Travaglio presentano “Non sai cos'è successo…”
“Alessandro Ferrucci e Marco Travaglio presentano “Non sai cos'è successo…”, Buonasera e grazie, dico subito una citazione al secondo Alberto Sordi: “Non ci si poteva mai sedere davanti al pubblico perché era educazione, quindi ci scusiamo come facciamo e non lo so”.
Siamo qui per presentare “Non sai cos'è successo…”, storie aneddoti segreti svelati da chi fa spettacolo. Il “Paper first” di Alessandro Ferrucci, che è il nostro intervistatore principe. Senza offendere tutti gli altri intervistatori, che ogni domenica e ogni tanto anche in cadenza infrasettimanale intervistano personaggi dello spettacolo, della cultura, della musica e dell'arte.
Il bello di queste interviste è proprio che hanno una lezione di alto e basso, andare molto su ma anche molto giù, all'elevazione e al trash. Ecco, questa è la lezione che cerchiamo di seguire sul Fatto Quotidiano e che ha fatto la fortuna in televisione di grandi come Arbore e freccero buon compagni.
C'è il caso di Totò, il principe era l'alto e la marionetta era il basso, che lui nominava sempre in terza persona, la chiamava Totò, perché lui era lui e Totò era il personaggio. Ecco, una scena di Signori si nasce, di Mario Mattoli, in cui Totò fa la serva procace e scollacciata e Totò la deve paciare sulle guance, invece Totò improvvisa e le dà un bacio sul seno sinistro e un bacio sul seno destro.
C'è anche la grandezza di Alberto Sordi sulla scena di uno dei suoi pochi film drammatici, il Borghese piccolo piccolo, diretto da Monicelli. Sul set c'è Shli Winters che segue tutti i dettami delle scuole di recitazione, per cui prima di entrare nel personaggio in ogni scena fa esercizi particolari di respirazione di concentrazione, eccetera. Mentre Alberto Sordi si prepara alla scena, appoggiato lo stipite della porta, mangiando un gigantesco Sfilatino con la mortadella, che poi molla al Chuck.
C'è anche Corbucci che racconta una scena in cui Sergio, suo marito, stava girando uno spaghetti western in Spagna. Sapete che gli spaghetti western non erano girati in Colorado in Texas, erano girati in Spagna. Sergio stava girando il film in Spagna, a un certo punto vediamo un enorme oggetto volante, ci giriamo, fotografiamo, filmiamo, ma dopo poco il direttore di scena si scoccia in perfetto Romano e fa: “Vabbè, avevamo visto l'ufo, ma non era quella la priorità del momento”.
C'è Alessandro Aber che prende pizze da Gasman, che smette soltanto quando gli fa male, ma non Aber, quando gli fa male alla mano a Gas. Possiamo dire che non dico tutte, ma la maggior parte delle interviste nascono dalle chiacchierate, dalle nostre chiacchierate, anche a tavola.
C'è anche Benedicta Boccoli, non so se sia qui presente, che racconta di Proietti che aveva che allevava delle galline e le inseguiva… un piccolo dono, perché davvero ognuno di noi può arricchirsi, migliorare e soprattutto non far morire qualcosa di straordinario.
C'è Franca Mauro, che è una delle attrici comiche più belle che abbia mai conosciuto. Era allegrissima e spiritosissima, io mi ricordo ormai sono passati 23 anni e mezzo. Quando andai a presentare il mio libro, l'odore dei soldi da Luttazzi a satirico, e poi vabbè, venne giù tutto e poi ci fu l'editto bulgaro, per cui tutti quelli che avevano partecipato o quella trasmissione sparirono dalla televisione. Ma quella notte, un'ora dopo che andò in onda la trasmissione, mi telefonò Franca Mauro, che di solito andava a letto molto presto, ma non dormiva mai, perché era sempre morente. Io da quando l'ho conosciuta era sempre moribonda. Per fortuna era pura teatro.
C'è Jacopo, che racconta una storia di un bambino che va da un parlamentare del PD e parla dell'uranio impoverito. Ecco, questo è il racconto di Jacopo della madre che va da un parlamentare del PD e parla dell'uranio impoverito.
C'è anche Maurino, attore, che racconta di quando era bambino e lavorava come attore in un film. Era il figlio di un capo elettricista in RAI e di un direttore di produzione. Un giorno avevano bisogno di un bambino e hanno pensato a lui. Da quel momento gli altri andavano a divertirsi a scuola, a giocare a pallone, il pomeriggio, mentre lui lavorava.
C'è anche Abatantuono, che racconta di quando arrivavano i boss mafiosi. Ecco, questa è la fusione che spesso avviene quando una volta a me a mimo Calopresti Abel Ferrara ha dichiarato un po' esagerando un po' alla alla Abel Ferrara che quello del cinema è un mestiere da gangster.
C'è anche Antonio Ricci, che era uno dei comici più bravi. Era sempre Antonio Ricci che siccome era uno dei comici non tra gli autori, a quel punto sceglieva di fare il passo il meno talentuoso sul palco. Lui aveva una tecnica per sviare l'attenzione, si dava una botta al naso e iniziava a fare sangue. La gente si impietosa e se ne andava.
Grazie a tutti voi, grazie di essere venuti. C'è un firma copie, immagino. Per chi vuole, c'è un firma copie, acquistate massicciamente l'opera.”
