Alessandro Orsini spiega le cause della guerra in Ucraina. Episodio 3

Alessandro Orsini spiega le cause della guerra in Ucraina. Episodio 3

Alessandro Orsini spiega le cause della guerra in Ucraina. Episodio 3

Nelle due pillole precedenti, abbiamo parlato dei rapporti conflittuali tra la Russia e l’Occidente, evidenziando le umiliazioni internazionali subite dalla Russia per mano occidentale. Il primo periodo, definito “periodo nero”, coincide con la presidenza di Yeltsin (1991-1999), mentre il secondo periodo, quello del “recupero”, inizia con la presidenza di Putin (2000-oggi).

Nonostante i proclami di Putin di recuperare le posizioni perdute e frenare l’espansionismo occidentale, anche lui ha dovuto subire grandi mortificazioni sul piano internazionale. La prima umiliazione per Putin fu l’invasione americana dell’Iraq, alla quale la Russia si oppose insieme a Francia e altri paesi.

Il 10 febbraio 2007, Putin partecipò alla conferenza sulla sicurezza di Monaco,ribadendo che la Russia non avrebbe più consentito agli Stati Uniti di condurre operazioni militari illegali. Tuttavia, nonostante questi proclami, Putin dovette affrontare una serie di umiliazioni per mano occidentale.

La prima umiliazione arrivò nell’aprile 2008, quando la NATO si riunì a Bucarest e dichiarò di essere pronta ad accogliere l’Ucraina e la Georgia nel proprio seno. Putin si oppose fermamente a questa decisione e, pochi mesi dopo, l’agosto 2008, la Russia invase la Georgia, inviando un segnale chiaro all’Occidente e alla NATO.

La guerra in Georgia fu provocata dalla Georgia stessa, che si sentiva spalleggiata dalla NATO e convinta che l’alleanza sarebbe intervenuta in suo favore in caso di invasione russa. La Russia rispose all’attacco georgiano con l’invasione e creò due stati cuscinetto, l’Abkhazia e l’Ossezia del Sud, per difendere i confini nazionali dall’avanzata della NATO.

Il 2008 può essere considerato il primo successo della Russia contro l’Occidente, ma fu anche l’anno di un’altra mortificazione per Putin, quando il segretario di Stato americano Condoleezza Rice firmò un accordo con la Polonia per la costruzione di uno scudo antimissile sul territorio polacco. Putin si oppose fermamente a questo progetto, sostenendo che fosse una minaccia diretta alla Russia.

L’amministrazione Obama assunse un atteggiamento più moderato nei confronti di Putin, ma in seguito riprese il progetto dello scudo antimissile. Nel 2011, il vicepresidente Biden incontrò Putin al Cremlino e gli rivelò l’intenzione degli Stati Uniti di portare avanti il progetto, suscitando la reazione infuriata di Putin.

Biden sminuì le preoccupazioni di Putin, affermando che lo scudo antimissile era concepito contro l’Iran e non contro la Russia. Tuttavia, come vedremo in una prossima pillola, Biden è sempre stato un falco nei confronti della Russia e ha avuto un atteggiamento aggressivo nei confronti di Putin, in particolare nella questione ucraina.


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