Alessia Pifferi CONDANNATA A 24 ANNI
Il caso di Alessia Pifferi, condannata per l'omicidio della figlia di 18 mesi, è stato al centro di un dibattito acceso e controverso. La sentenza di condanna a 24 anni, inferiore all'ergastolo richiesto dal pubblico ministero, ha scatenato reazioni diverse nell'opinione pubblica.
Gli ospiti della trasmissione hanno discusso le varie sfaccettature del caso, dalla capacità di intendere e di volere di Alessia Pifferi, alla sua presunta capacità manipolatoria, alle possibili conseguenze della sentenza per la giustizia e la società.
L'avvocato di Pifferi, Alessia Pontenani, ha sottolineato che la sua assistita non ha alcuna capacità manipolatoria e che le perizie psichiatriche hanno dimostrato un deficit intellettivo grave, ma non tale da inficiare la capacità di intendere e di volere. Ha inoltre affermato che la sentenza è stata influenzata dal contesto socioeconomico e culturale in cui si è sviluppata la vicenda.
Il professor Velardi ha sottolineato che il caso Pifferi è un esempio di come la psicopatologia possa influenzare la capacità di intendere e di volere di un individuo, e che la sentenza dovrebbe essere letta alla luce di una più ampia riflessione sulla moralità e sulla responsabilità personale.
La dottoressa Casale ha affermato che la capacità di intendere e di volere di Pifferi non è stata compromessa dalle sue fragilità psichiche, ma che la sentenza dovrebbe essere vista come un'opportunità per riflettere sulla rieducazione e sulla riabilitazione in carcere.
Il dottor Mazzoli ha sottolineato che il caso Pifferi è unico nel panorama giudiziario italiano e che la sentenza è stata influenzata dalle perizie psichiatriche, che hanno dimostrato una fragilità cognitiva del soggetto, ma non tale da annullare la capacità di intendere e di volere.
L'avvocato Mascioli ha affermato che la sentenza è stata influenzata dalla valutazione della capacità di intendere e di volere di Pifferi e che la compassione giuridica non è una categoria che appartiene al diritto penale.
Il professor Calipo ha sottolineato che la vera vittima del caso Pifferi è la bambina di 18 mesi uccisa e che la sentenza dovrebbe essere letta alla luce di una più ampia riflessione sulla giustizia e sulla moralità.
Infine, l'avvocato Pontenani ha affermato di essere tranquilla in merito al processo che la riguarda, noto come “processo Pifferi bis”, in cui è accusata di aver manipolato i risultati di test psicologici somministrati ad Alessia Pifferi. Ha inoltre affermato che il problema non è il test falso, ma il modo in cui le psicologhe del carcere hanno operato.

