Alessia Pifferi, il contesto che ha preceduto la tragedia

Alessia Pifferi, il contesto che ha preceduto la tragedia

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Secondo Marino D'Amore, sociologo, le nuove perizie che escludono l'incapacità di intendere e di volere di , la madre accusata di aver abbandonato e fatto morire di fame la propria figlia, rivelano una “fragilità cognitiva evidente”. Ciò significa che Alessia Pifferi potrebbe non aver avuto una piena comprensione della realtà e del dramma umano che l'ha attraversata.

Il sociologo sostiene che la perdita di una figlia è l'evento più innaturale che possa accadere nella vita di un individuo, e che è difficile credere che Alessia Pifferi abbia potuto vivere questo evento senza una profonda derealizzazione, ovvero una distanza quasi totale dalla realtà.

Inoltre, secondo D'Amore, la famiglia di Alessia Pifferi presenta una “fragilità familiare di fondo”, con relazioni compromesse, silenzi sospetti e una rete di sostegno che non ha protetto né Alessia né la bambina. La famiglia è descritta come “multiproblematica”, con una storia di solitudine e mancata protezione.

Il sociologo sostiene che la tragedia non è esplosa nel vuoto, ma affonda le radici in una storia sociale complessa, caratterizzata da solitudine e mancata protezione. La sua ipotesi è che Alessia Pifferi sia stata lasciata sola per troppo tempo, senza un adeguato sostegno, e che questo abbandono sia stato solo l'ultima occasione di una lunga serie di eventi che hanno portato alla tragedia.


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