Sul palco va in scena “Il gioco degli dei”, un mito antico che diventa specchio dei giorni nostri, per invitare il pubblico a riflettere sul tempo attuale. “E’ una Iliade particolare, un favolone per adulti”, spiega Boni, che assume i panni di Zeus e di Achille. Egli sottolinea come l’uomo non sia affatto cambiato da allora: “E’ tutto uguale, tutto è identico. Non è cambiato nulla. La tracotanza non è finita. Siamo più pacifici, seguiamo le nostre vite, andiamo a lavorare, ci occupiamo della casa,uttiamo sul cellulare, certo non dobbiamo più scannarci per mangiare, ma nel profondo, quell’ira degli dei è ancora qui, e non appena ci toccano i nostri beni e i nostri affetti, esplode come allora. Tutta questa ferocia viene fuori, quando ci si ammazza per il parcheggio di un motorino o per delle scarpe sporche. Siamo solo sedati dalla comodità delle nostre vite.”
Boni fa notare come l’uomo occidentale moderno sia spesso definito dalla sua professione. “Per la maggior parte degli occidentali sei la professione che eserciti. E, se il tuo lavoro ti fa conquistare più soldi, diventi una persona di potere e di successo.” Eppure, questo non siamo noi, rivelano i miti antichi. Forse pochi ricordano la vera ragione per cui è scoppiata la guerra di Troia, che si trovava sullo stretto dei Dardanelli, un punto strategico per via delle navi. E anche oggi il copione si ripete.
La guerra di Troia non era semplicemente un conflitto generazionale o un affare di stato, ma era determinata dalla violenza e dalla cupidigia umane. “La vera ragione per cui è scoppiata la guerra di Troia non era solo per il controllo del potere, ma anche per il controllo del denaro, delle terre, delle mogli e dei figli. Ecco perché i adulti dovrebbero capire che non è cambiato tanto, che la natura umana è rimasta la stessa, con le stesse debolezze e le stesse paure.”
Boni sottolinea come l’uomo occidentale moderno viva in uno stato di continua ansia, a causa della paura di perdere il controllo dei mezzi di sussistenza, dei mezzi di trasporto, dei mezzi di produzione. “La società occidentale è basata sulla schiavitù, sullo sfruttamento, sullo squallore. Non potremmo sopravvivere se non avessimo i pozzi neri di Rumi, le forniture di petrolio di Venezuela, le banche di Wall Street.” Ecco perché la vera guerra di Troia non è finita, ma è solo iniziata. Ecco perché l’ira degli dei non è più esclusiva di allora, ma èськ. è presente ovunque, in ogni angolo della società. Conclusione: non è cambiato tanto, e non cambierà mai, perché l’uomo è sempre stato e sarà sempre un animale confrontato con la morte, e come sempre reclamerà i suoi diritti con la violenza.
Ecco perché “Il gioco degli dei” è un favolone per adulti, un mito che non è solo un racconto antico, ma una racconta di noi stessi, di noi stessi e delle nostre vigliaccherie, delle nostre paure, delle nostre codardie. Tutti gli dei sono dentro di noi, e Trump, Putin, l’ICC, i Pew, i negociati europei sono solo i baluardi della nostra diversità umana. Il gioco degli dei è solo un gioco di carte, ed è nostro di giocare.