Alice, cristiana palestinese cacciata dai coloni israeliani: “Non rinuncio alla mia terra”
Alice Kisiya, una cristiana palestinese e cittadina israeliana, è diventata un simbolo della resistenza contro gli espropri forzati da parte dei coloni israeliani. L'abbiamo incontrata a Makhrour, in Cisgiordania, dove ci racconta la sua storia di lotta contro gli insediamenti illegali e le demolizioni.
“Per mesi ci siamo mobilitati, insieme ad attivisti palestinesi, israeliani e internazionali, che lottano al nostro fianco contro i soprusi dei coloni”, ci dice. “Avevamo anche un ristorante e una piscina, ma sono stati demoliti. E quando li abbiamo ricostruiti, sono tornati a buttare giù tutto”.
Nonostante l'estrema destra al governo parli ormai esplicitamente di annettere la Cisgiordania, e gli insediamenti illegali e le demolizioni abbiano conosciuto un impennata, Alice non ha intenzione di arrendersi. “Andarsene da qua non è un'opzione”, afferma.
La sua storia inizia più di 15 anni fa, quando la Civil Administration israeliana iniziò a provocare la comunità palestinese con demolizioni e minacce. La famiglia di Alice aveva un ristorante e una casa a Makhrour, ma furono demoliti quattro volte. Nel 2010, la famiglia costruì una nuova casa, ma fu demolita nel 2019, nonostante fosse in corso di registrazione.
La famiglia di Alice si è rifugiata in tende, ma le autorità israeliane hanno continuato a demolire le tende e a minacciare di farle allontanare dalla terra. “Hanno distrutto la nostra casa, il nostro ristorante, la nostra piscina”, racconta Alice. “Ma non ci arrenderemo. Questa terra è come una parte della nostra famiglia, è un membro della famiglia. Non possiamo lasciarla andare”.
Alice è consapevole che la situazione è difficile, ma non si sente minacciata. “Non sono affatto spaventata”, afferma. “Sono convinta che se non facciamo qualcosa, gli altri saranno trattati allo stesso modo. Questo è il momento giusto per difendere e proteggere la nostra terra dai malvagi”.
La sua lotta non è isolata. Ci sono molti attivisti palestinesi, israeliani e internazionali che lottano al suo fianco. “Gli insediamenti illegali e le demolizioni sono un problema per tutti noi”, afferma. “Non solo per i palestinesi, ma per gli israeliani e per il mondo intero”.
