Andrew Garfield: «Vorrei essere diretto da Luca Guadagnino per il resto della vita. Io e Florence Pugh ci scambiavamo poesie sul set»
Sente una responsabilità anche oltre la performance?«Come artisti non dobbiamo minimamente perdere il contatto con la realtà, la sofferenza, la mancanza di inclusione, la diversità. Dobbiamo provare a usare la nostra voce per guarire, superare tanto orrore, anche sui social».Che effetto le fa rivedere oggi quello che ha realizzato?«Di non sentirmi rinchiuso in una casella. So di aver lavorato duramente per assicurarmi di poter passare da progetti come Angels in America a Morte di un commesso viaggiatore, da La battaglia di Hacksaw Ridge a Tick, Tick… Boom!, senza dover tutte le volte rispondere a domande su Spider Man. È un processo complicato, lo so, ma la fortuna è riuscire a interpretare una varietà di profili».Quando ripensa ai suoi inizi che cosa le viene in…