angelucci piglia tutto (a un prezzo da svendita) – l’acquisto di agi costa ad angelucci solo…
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angelucci piglia tutto (a un prezzo da svendita) – l’acquisto di agi costa ad angelucci solo…

Angelucci acquista l’AGI a un prezzo molto basso

Recentemente è emersa la notizia che Antonio Angelucci, deputato del partito Lega ed editore di diverse testate giornalistiche, tra cui Libero, Giornale e Il Tempo, avrebbe acquistato l’agenzia di stampa AGI, di proprietà di Eni, a soli 7 milioni di euro. Secondo quanto riportato da fonti qualificate a Il Fatto Quotidiano, l’accordo tra il colosso energetico e la famiglia Angelucci prevede il pagamento di metà dell’importo in contanti e l’altra metà attraverso lo scambio di pubblicità sui giornali della famiglia Angelucci per i prossimi tre anni.

L’Eni afferma di volersi liberare dell’AGI a causa del “grande sforzo economico che ha richiesto negli anni”. Tuttavia, bisogna sottolineare che l’AGI è stata acquistata solo per 202 milioni di euro, una cifra molto più bassa rispetto ai 27,7 miliardi di euro che l’Eni ha incassato dal 2011 al 2022. Questo fa pensare che dietro la cessione dell’agenzia non ci sia una motivazione economica, ma altre ragioni nascoste.

La vendita dell’AGI ha causato preoccupazione tra i dipendenti dell’agenzia, tra cui circa settanta giornalisti. Secondo le fonti, la cessione avverrebbe a un prezzo molto basso e l’Eni si accollerebbe anche i debiti pregressi, che ammontano a circa venti milioni di euro, oltre ai costi dei poligrafici e dei prepensionamenti dei giornalisti.

La notizia della vendita dell’AGI è stata accolta con sorpresa, poiché l’Eni sembra voler disfarsi delle sue attività nell’informazione in modo molto sbrigativo. Questo comportamento è in contrasto con le nuove norme varate dalla UE con il Media freedom act, il nuovo regolamento a tutela dell’indipendenza di giornali e giornalisti. È difficile spiegare a Bruxelles la vendita dell’agenzia a un parlamentare della maggioranza di governo.

È importante evidenziare che l’operazione sembra ora bloccata proprio a causa di queste nuove norme europee. Non è ancora chiaro perché Angelucci desideri farsi carico dell’AGI nonostante la complessità legale e le possibili conseguenze negative.

È fondamentale considerare il contesto in cui si inserisce questa operazione. Eni è una delle aziende più grandi e redditizie d’Italia e ha ottenuto profitti netti per 27,7 miliardi di euro dal 2011 al 2022. La cifra spesa per l’acquisto dell’AGI rappresenta solo lo 0,7% dei suoi guadagni durante questo periodo. Pertanto, sembra che l’Eni avrebbe potuto permettersi di mantenere l’agenzia senza problemi finanziari significativi.

In conclusione, la vendita dell’AGI a un prezzo così basso solleva molte domande riguardo alle reali motivazioni di questa operazione. Non sembra che ci sia una giustificazione economica dietro la scelta dell’Eni di sbarazzarsi dell’agenzia. È importante continuare a monitorare gli sviluppi di questa vicenda per capire pienamente le conseguenze di questa operazione per l’industria dell’informazione e per la democrazia.

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