Appendino: “Emendamento Olivetti? In un paese normale non esisterebbe, noi non siamo paese normale”.

Appendino: “Emendamento Olivetti? In un paese normale non esisterebbe, noi non siamo paese normale”.

Appendino: “Emendamento Olivetti? In un paese normale non esisterebbe, noi non siamo paese normale”.

L'intervento parla di un emendamento importante che mira a ridurre le disuguaglianze sociali ponendo un tetto agli stipendi dei vertici aziendali rispetto a quelli dei dipendenti. L'oratore ricorda lo scandalo dello stipendio milionario dell'amministratore delegato di Stellantis, Tavares, che aveva suscitato indignazione generale, mentre gli operai della stessa azienda avevano stipendi bassi e spesso erano in cassa integrazione.

L'emendamento propone di introdurre un tetto agli stipendi dei vertici aziendali, pari a 1,25 volte lo stipendio medio dei dipendenti, e di offrire una premialità sull'IRES (imposta sul reddito delle società) per le aziende che adottano questo principio di equità. L'oratore sottolinea che non si tratta di un'imposizione, ma di un incentivo per le aziende che scelgono di adottare un modello più equo.

L'oratore ricorda che questo principio non è nuovo e che già aziende come la Banca Etica lo hanno adottato, con un rapporto massimo di 1 a 6 tra lo stipendio del vertice e quello dei dipendenti. Sottolinea inoltre che negli anni '80 i top manager in Italia guadagnavano circa 45 volte lo stipendio di un operaio, mentre oggi il rapporto è di 649 volte.

L'oratore conclude che è necessario intervenire per ridurre le disuguaglianze e che la deve dare un segnale chiaro in questo senso. Invita i colleghi a schierarsi dalla parte giusta e a votare a favore dell'emendamento, sottolineando che non si può essere contrari al salario minimo e poi pretendere di tutelare i lavoratori.


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