aveva ragione palenzona: ‘ne vedremo delle belle’ – si avvicina il commissariamento …
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aveva ragione palenzona: ‘ne vedremo delle belle’ – si avvicina il commissariamento …

Il commissariamento della Fondazione CRT sembra ormai un destino inevitabile. Le parole pronunciate da Fabrizio Palenzona poco prima di dimettersi, “ne vedremo delle belle”, sembrano essere più di una semplice profezia. Il Ministero dell'Economia ha ora messo la luce sui disordini all'interno della CRT. Il 24 aprile, il Ministero ha richiesto alla Fondazione una serie di documenti e ha presentato un esposto in Procura a sulla base delle segnalazioni di Palenzona. Questo dossier è stato la causa della ribellione del Consiglio di Amministrazione contro il Segretario Generale Varese e poi contro lo stesso Palenzona, ma potrebbe ora ritorcersi contro coloro che hanno fatto cadere Palenzona, accusandolo di coinvolgere il Ministero senza la necessità e senza il consenso del Consiglio di Amministrazione.

Secondo il parere del professor Andrea Zoppini, allegato ai documenti, era compito del presidente coinvolgere il Ministero dell'Economia. L'indagine, che molto probabilmente passerà alle autorità giudiziarie di Torino, dovrà chiarire i dettagli di un presunto patto occulto con cui quattro membri del Consiglio di Amministrazione (coloro che hanno sfiduciato Varese e Palenzona) e una quindicina di membri del vecchio Consiglio di Indirizzo avrebbero voluto creare un organismo interno alla Fondazione in grado di influenzarne le decisioni.

Questo organismo avrebbe dovuto riunirsi prima delle riunioni della Fondazione, decidere cosa fare e poi agire all'unisono. Nella prima bozza del patto si prevedeva persino che le decisioni dovessero essere prese a maggioranza di voti e che tutti i firmatari avrebbero dovuto conformarsi alla volontà della maggioranza. In pratica, si trattava di una struttura decisionale all'interno della Fondazione. Secondo l'avvocato Maurizio Riverditi, consulente di Palenzona, questa manovra sarebbe stata illegale.

La sua analisi è uno dei punti che ha spinto il Ministero dell'Economia ad intervenire. Secondo Riverditi, i firmatari del patto avrebbero commesso due reati: “ostacolare l'esercizio delle funzioni delle autorità pubbliche di vigilanza” (punibile con una pena che va da uno a quattro anni di reclusione) e “illecita influenza sull'assemblea”. Quest'ultimo reato dichiara che “chiunque, con atti simulati o fraudolenti, determina la maggioranza in assemblea, allo scopo di procurare a sé o ad altri un ingiusto profitto, è punito con una pena di reclusione da sei mesi a tre anni”. Sarebbero quindi state commesse due irregolarità, anche nel caso in cui il patto fosse rimasto solo sulla carta. Questo punto è controverso: i promotori sostengono che si trattasse solo di un'intenzione, tanto che i documenti inviati da Palenzona sono solo bozze prive di firme.

Il professore di diritto commerciale dell'Università di , Roberto Sacchi, sottolinea inoltre che le richieste di riservatezza, che implicano opacità, presenti nelle email inviate da Corrado Bonadeo, il regista del patto, in cui faceva indagini tra i membri del Consiglio, rafforzano “la violazione oggettiva della legalità dell'azione della Fondazione”. Tutti questi elementi dovranno essere valutati dai funzionari del Ministero dell'Economia.

Un altro aspetto rilevante è il comportamento del Consiglio di Amministrazione durante l'ultima riunione. Quando Palenzona ha lasciato la videoconferenza, gli altri membri hanno proseguito la riunione procedendo con le nomine in alcune società: Equiter, Ream, Ogr. Hanno inoltre deciso di spartirsi tra di loro i posti di vertice.

In questo clima tossico, le autorità locali di Torino stanno cercando di trovare una figura di garanzia per dopo Palenzona. Secondo lo statuto, il nuovo presidente deve essere eletto entro un mese dalle dimissioni del precedente, ma data la situazione sembra quasi impossibile farlo entro il 23 maggio. La mancata nomina del presidente è una delle circostanze che potrebbero portare al commissariamento. Un'eventualità che sembra sempre più probabile tra le indagini in corso, le tensioni e le procedure.

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