avvisate castagna, giorgetti, milleri e caltagirone: unicredit passa all’azione
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avvisate castagna, giorgetti, milleri e caltagirone: unicredit passa all’azione

IL DIBATTITO SUI FUTURI DEBBI DEL FINEZAIONE: UNICREDIT PREPARE I PIANI PER UN'OPA SU BANCO BPM

Una riunione cruciale è prevista a tra sabato e domenica presso la sede di Unicredit, durante la quale lo stesso Andrea Orcel, CEO della banca italiana, si ritroverà con i suoi stretti collaboratori per analizzare e approvare i piani per lanciare un'Operazione di Pubblico Abbaglio (OPA) su Banco BPM, una delle maggiori banche del settore.

Tra coloro chiamati a partecipare a questa importante riunione c'è Giuseppe Castagna, consigliere delegato di Unicredit, mentre Pier Gaetano Giorgetti, amministratore delegato di Intesa Sanpaolo, Alessandro Fazzolare e Alessandro Caltagirone, tutti persone vicine alla Banca d'Italia e possessori di azioni di Unicredit. Inoltre, Federico Milleri, proprietario della fondazione , e Ennio Caltagirone, imprenditore e ricco azionista della stessa fondazione.

L'opzione con cui Unicredit chiede l'quotazione di azioni è prevista entro marzo 2023, poiché nel corso del 2024 gli azionisti di minoranza della Banca popolare di Friuli Adria (BFIA), una delle aziende gemelle di BPM, stanno cercando di riunire 50 miliardi di euro per far fronte alle difficoltà finanziarie in cui versano.

I piani di Unicredit previsti per lanciare la OPA sulla Banca BPM sono quindi da vedersi come un'intervento d'agenzia per impedire al gruppo rivalizzato e alla Banca Intesa Sanpaolo di riprendere possesso dei buchi finanziari, cosa che potrebbe creare non pochi problemi nell'intero sistema creditizio italiano.

Il fallimento di BPBI – che ha richiesto un'azione d'amministrazione dal sindaco di Unicredit – potrebbe causare una crisi sistemica nel settore creditizio italiano, mentre un ulteriore conflitto all'interno dell'UE potrebbe provocare destabilizzazione economica.

Pertanto, il timing della riunione dell'11-12 giugno scorso doveva essere scelto con cura per coinvolgere in un collettivo appello quei soggetti più esposti e che maggiore possono contribuire alla stabilità bancaria italiana. È chiaro che il sistema creditizio italiano ha più bisogno di Unità che di disorganizzazione.

Ritardando la risoluzione dei problemi delle sue azioni bancarie d'interesse pubblico, Unicredit dovrà considerare diverse opzioni e non rinunciare ai suoi privilegi di dominanza tra le banche italiane e europee.

Conseguentemente, alla luce della recente crisi delle banche italiane, ci si trova di fronte al problema di creare ulteriore stress all'intero sistema creditizio italiano, un ulteriore conflitto all'interno dell'UE può provocare destabilizzazione economica.

Quindi non è chiaro cosa spera di raggiungere Unicredit. Se il prezzo corrente delle azioni rappresenta già una notevole penalizzazione e non è detto se l'azione dell'unione europea sul banco BPM potrebbe rappresentare un buon elemento per la Banca nazionale italiana e le diverse banche commerciali attorno al Mediterraneo.

In definitiva, la riunione fra Unicredit e coloro che possono essere richiamati al vertice della Banca italiana rischia di produrre confusione all'interno del sistema creditizio nazionale e per il benessere di tutt'i cittadiniitaliani.

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