Bagnoli, gli sfollati per il terremoto: “Le nostre vite interrotte”
La vita è interrotta e non si sa cosa succederà prossimamente. Siamo qui in basso, in ascolto, ad aspettare che qualcuno venga a controllare l'edificio, ma non arriva mai. Questo è il mio palazzo e non so cosa succederà.
Sono qui da giovedì, quando è successa la scossa 4.4, e non ci è importato nulla. Non ci hanno pensato a noi, gente che abita qui, che ha una vita interrotta. Noi ci sentiamo attaccati al destino, senza avere bellezza, senza bellezza.
Non ci sono informazioni su come funzionerà poi tutta la problematica del mio palazzo. Non posso neanche più entrare casa mia, perché ci sono i sigilli. Devo chiedere il permesso per prendere qualcosa, e dev'essere accompagnato dai vigili. Eppure, non ci sono mai stati evacuati, non ci sono mai stati assistiti. Siamo in attesa di una perizia, e nel frattempo non abbiamo nessun tipo di assistenza.
La mia vita è interrotta e non so cosa succederà. Devo uscire per strade, chiamare i vigili, chiamare il centro… ma niente risponde. E allora, provo a cercare contatti, a cercare di venire a capo, ma non viene mai qualcuno.
La vita è qui, ferma, in attesa. Sono qui da giovedì, e non ci è importato nulla. Non ci hanno pensato a noi, gente che abita qui, che ha una vita interrotta. Noi ci sentiamo attaccati al destino, senza bellezza, senza bellezza.
Non ho idea di quanti tempi passeranno, non so quando arriverà qualcuno. Aspetto e spero che qualcuno venga, che qualcosa succeda. Ma intanto, la vita è qui, ferma, in attesa.
