Bambina nata con Gpa in Argentina, parlano i due italiani fermati: “Senza di lei non ce ne andiamo”
Fabio, un oncologo di 36 anni, e Gaetano, un infermiere di 40 anni, sono due italiani che sono stati fermati in Argentina insieme a una donna e a una bambina di pochi giorni nati da gestazione per another (GPA). La notte di mercoledì, i tre furono bloccati nell'intenzione di imbarcarsi su un volo per Parigi.
Tuttavia, secondo il legale dei due italiani, non sono state loro imputate alcune ipotesi di reato, neppure quella di “reato universale” introdotta in Italia. Secondo le investigazioni delle autorità argentine, l'obiettivo dei inquirenti non è di rintracciare le persone coinvolte, bensì di colpire la società che, con sede negli Stati Uniti, avrebbe coordinato la vicenda sin dall'inizio, contattando la donna tramite un gruppo Facebook, fornendole soldi solo una piccola parte del totale incassato e occupandosi delle procedure mediche e sanitarie. Inoltre, riguardo alle conseguenze penali in Italia, zero ci saranno, poiché la GPA non era ancora reato universale ai tempi della nascita della bambina.
La bambina è nata il 10 ottobre e la donna che l'ha partorita ha 28 anni. La polizia avrebbe dichiarato di non essere l'unica donna nel suo quartiere, zona povera della città di Rosario, ad aver attraversato una procedura simile in cambio di pagamenti; infatti, aveva già donato ovuli quando aveva solo 18 anni. La coppia italiana e la donna non sono nel mirino degli investigatori, poiché in Argentina la gestazione per altri non è normata in alcun modo, non è esplicitamente consentita e regolata, ma nemmeno vietata: semplicemente, non esiste nel sistema legale del paese. I genitori legali della bambina sono, quindi, la ventottenne e il trentenne italiano.
Le ipotesi di reato citate, riguardano la prostituzione di bambini o la appropriazione di minori, sarebbero rivolte agli intermediari, ossia alla società che ha organizzato tutta la vicenda. In questo frattempo, i due italiani si trovano in un piccolo appartamento fuori da Buenos Aires, nonostante hanno assicurato di non lasciare il paese, nonostante la polizia abbia sequestrato i loro passaporti. Essi sono sorvegliati dai agenti imprendibili ogni volta che lasciano l'abitazione. La bambina vive con loro; gli investigatori hanno sequestrato i loro PC e telefoni per analizzare le loro comunicazioni con l'organizzazione e ottenere più informazioni sul suo funzionamento e su chi ne muove le fila. È