Beppe Grillo contro Giuseppe Conte, nel M5S succede di tutto, i dettagli
Il conflitto all'interno del Movimento 5 Stelle (M5S) sembra non avere fine. Beppe Grillo, cofondatore del partito, ha accusato Giuseppe Conte, attuale leader politico, di avere una visione padronale del movimento e di voler demolire i presidi democratici del partito. Questo, secondo Grillo, è solo un pretesto per soddisfare gli interessi di pochi e non per difendere i valori democratici del Movimento.
Nella sua lettera, Grillo sostiene che il limite del doppio mandato è nato proprio per prevenire questi rischi e che sostenere che l'insindacabilità di certe regole sia incompatibile con i valori democratici del movimento è un controsenso e un ribaltamento della realtà.
Grillo accusa Conte di voler mettere in discussione le regole del movimento solo per soddisfare gli interessi personali e non per difendere i valori democratici. Inoltre, sostiene che nessun altro fondatore di una forza politica ha mai avuto il coraggio di non porsi al vertice del partito, come ha fatto lui e Gianroberto Casaleggio.
Conte, a sua volta, ha minacciato di sospendere i contratti in essere con il Movimento se Grillo non si arrenderà alle sue richieste. Grillo ha replicato dicendo che questi impegni sono strettamente legati alle funzioni che svolge per il movimento e che i suoi compensi sono congrui per la sua funzione e i relativi costi.
L'ex ministro pentastellato Danilo Toninelli ha commentato la situazione dicendo che il conflitto è una “guerra” all'interno del Movimento e che Grillo rappresenta i valori e i principi del partito, mentre Conte vuole trasformarlo in un partito come gli altri. Toninelli ha aggiunto che è normale che il garante dei valori e dei principi del Movimento chieda spiegazioni e che mettere in votazione certe cose significa stravolgere completamente il movimento.
Il conflitto sembra non avere fine e il futuro del Movimento 5 Stelle è incerto. È chiaro che ci sono due posizioni contrapposte all'interno del partito e che la situazione potrebbe diventare ancora più cruenta politicamente.
