Blocco studentesco a Milano: “I fascisti hanno portato la politica nelle scuole, non ci nascondiamo”
Il 5 marzo 2023, a Milano, nel piazzale Gorini, si è tenuto un presidio del Blocco Studentesco, organizzazione giovanile studentesca di CasaPound. I partecipanti, uniti per manifestare contro la riforma Valditara, hanno accusato le istituzioni di impedire loro l'espressione del pensiero e hanno lanciato pesanti attacchi contro il cosiddetto “sistema mafioso antifascista”.
Durante il presidio, i manifestanti hanno rilasciato una dichiarazione in cui hanno affermato di non essere stati ostacolati nel manifestare le loro idee e di non avere paura di essere perseguitati. Hanno anche affermato di essere la “santa teppa” che non si ferma di fronte alle “spade degli Arcangeli” o ai “fucili degli spiri” e di avere la bandiera nera come simbolo del loro movimento.
Gli studenti hanno rivendicato la libertà di espressione e di pensiero e hanno accusato le istituzioni di imporre un “sistema mafioso antifascista” che vorrebbe silenziare le loro voci. Hanno anche affermato di non essersi nascosti e di avere sempre espresso le loro idee, nonostante ciò.
Durante il presidio, sono stati pronunciati slogans come “Europa nazione rivoluzione” e “Siam pronti alla morte” e sono stati lanciati attacchi contro la provincia di Milano, che è stata accusata di finanziare eventi come il gay pride anziché investire in opere di riqualifica degli edifici scolastici.
La manifestazione è stata tenuta in memoria di Sergio, un militante scomparso, e di tutti i camerati morti. Gli studenti hanno affermato di essere pronti a morire per le loro idee e di non avere paura di essere perseguitati.
Il presidio è stato accolto con applausi e slogan come “Avanti Blocco Studentesco” e “Avanti CasaPound”. È stato descritto come un momento importante, in cui la memoria dei camerati morti viene portata avanti e il movimento studentesco rivendica la libertà di espressione e di pensiero.
In sintesi, il presidio del Blocco Studentesco a Milano è stato un momento di protesta contro la riforma Valditara e contro il cosiddetto “sistema mafioso antifascista”. Gli studenti hanno rivendicato la libertà di espressione e di pensiero e hanno affermato di essere pronti a morire per le loro idee.
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