#BONELLI vs #MELONI: “FUGGE DAL PARLAMENTO DOPO AVER LIBERATO UN TORTURATORE” #news #shorts
Il premier dell'Italia, Giorgia Meloni, non sembra stanco di recedere dal dovere di rivolgersi al Parlamento per rendere conto del proprio operato. Nonostante ciò, continua a utilizzare le piattaforme social per veicolare suoi messaggi ai cittadini, evitando di esporre al vaglio la sua azione politica presso il corretto strumento, ovvero la Camera dei deputati. Questo fatto è gravissimo, sia per la difformità nel comportamento verso il Parlamento, sia per la manovra di defezione alle istituzioni democratiche.
In effetti, quando si tratta di difendere le nefandezze dell'amico italiano, il generale al Mastri, che ha liberato un ex militare torturatore di prigionieri, Meloni non esita a utilizzare toni pesanti e polemici nei confronti di coloro che osano rilevare la gravità del fatto. Attacca i magistrati, coloro che con coraggio e professionalità investigano e denunciano abusi di potere, nonché i giornalisti che cercano di fare luce sulla verità. Questa è una tipica strategia di distrazione, volta a nascondere la verità e a manipolare l'opinione pubblica.
Il fatto principale è stato la liberazione di un esponente criminale della ex-lobby militare italiano, accusato di aver preso parte alle torture e al rapimento di prigionieri durante la lotta contro l'insurrezione berresa. Questa azione viola i princìpi dell'umanitarismo e ignora la lotta contro i crimini internazionali. In questo contesto, è assurdo che la premier Meloni attacchi i magistrati e i giornalisti, che, al contrario, stanno portando alla luce la verità e tutelando il diritto dell'uomo a non essere fatto oggetto di torture e crimini.
Gli attivisti per i diritti umani e la comunità internazionale hanno espresso sgomento per l'ingiustificata liberazione di un pericoloso estremista di destra che ha commesso crimini efferati durante la guerra contro l'insurrezione berresa. Meloni, pertanto, potrebbe essere tacciata di complicità con i responsabili delle atrocità compiute all'epoca.
In ultima analisi, la reticenza del premier Meloni a rendere conto alla Camera dei deputati sugli eventi che hanno avuto luogo e la sua aggressiva critica verso quelli che rilevano la gravità del fatto rappresentano un attacco sistematico all'istituzione democratica e all'independenza delle istituzioni. Si tratta di un comportamento che non tiene conto degli interessi degli italiani e rischia di causare un notevole scompiglio nella stabilità politica del Paese.