Il caffè: un rituale, una tradizione, una socialità, ma anche un loro limite? Secondo la biologa nutrizionista Maria Rosaria Baldi, sì, esiste un limite oltre il quale il consumo di caffè può diventare dannoso. Sapere di questo limite è fondamentale per sfruttare al meglio i beneficiali dell’caffè e evitare spiacevoli effetti collaterali.
Gli studi scientifici stabiliscono che una quantità sicura per un individuo sano è di circa 300 milligrammi di caffeina al giorno, equivalenti a 4-5 espressi, 3-4 caffè moka o 2-3 tazze di caffè americano. Entro questi limiti, il caffè mantiene le sue proprietà antiosside, migliora la concentrazione, l’attenzione e la reattività mentale, senza interferire con il benessere generale.
Tuttavia, un eccesso di caffè può provocare nervosismo e irritabilità, inibendo l’adenosina, la molecola che favorisce il rilassamento e il sonno, e stimolando gli ormoni dello stress, come l’adrenalina. Si aggiunge al rischio di insonnia, causato da un accumulo di caffeina anche inconsapevole, presente in bevande come la cola.
Inoltre, il caffè stimola la digestione, ma in dosi elevate può provocare acidità gastrica e disturbi intestinali. E se tutto questo non bastasse, c’è anche l’effetto paradosso: più caffè si assume, più ci si sente stanchi, a causa della dipendenza da metilxantine, che alterano i normali meccanism cerebrali legati all’energia.
Insomma, il caffè è un alleato prezioso, ma solo se non si esagera. La dottoressa Baldi ricorda che è importante essere consapevoli dei rischi e dei benefici, per apprezzare appieno questo beverage amato da tanti. Fate attenzione ai quanti e ai tempi di assunzione, e godetevi il vostro caffè in misura!