caprioglio, il ruolo da sex symbol, kinski, tinto brass e sven goran eriksson
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caprioglio, il ruolo da sex symbol, kinski, tinto brass e sven goran eriksson

Il successo, per un attore, è non somigliare mai a sé stesso. Debora Caprioglio ne è certa. E lei di trasformazioni e cambiamenti, nella sua carriera, ne ha fatti molti.

Ha ricordato il suo inizio, quando conobbe Klaus Kinski, il suo compagno e regista, e recitò nel film “Paganini”. “Ero giovane, e arrivai dal mondo della scuola al lavoro e a livello internazionale. Recitai in Paganini, diretta da lui, ma fu tutto molto naturale. L’incoscienza è l’unica cosa che rimpiango della gioventù”.

La sua carriera è stata segnata da molti momenti di conclusioni controcorrente. “Sono sempre stata circondata da giudizi e pregiudizi, perché ho fatto scelte anomale. Forse ora non desterebbero più grande scalpore, ma allora era considerato anomalo frequentare una persona tanto più grande” di lei.

Debora ha raccontato di come Klaus Kinski l’ha attratta con la sua faccia plastica e mobile, nonché la sua grande cultura. “Avevo voglia di imparare”, ha detto. Tuttavia, non ha mancato di affrontare molti pregiudizi e giudizi, specialmente per aver frequentato un uomo più grande di lei.

Il successo del film “Paprika” l’ha portata a una notorietà fuori misura, ma la sua carriera è stata più faticosa. “Sarebbe come dire rinnegare o rimpiangere. Se dovessi rinascere, forse non farei l’attrice… Ci sono state colleghe che hanno iniziato da sexo symbol e poi sono state costanti, anche nel variare”.

Oggi, Debora dedica il teatro e si sente gratificata per la maturità professionale e personale. “Non mi interessa il giudizio degli altri sul mio aspetto. Sono stata fortunata, va bene così”. Ha riconosciuto che il suo ruolo di sex symbol può essere scomodo, ma si è difesa affrontandolo con autoironia.

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