Carlos Diaz, coreografo di Gaia: “Ho sempre fatto quei suoni. I commenti sul mio fisico li ignoro”
Carlos Diaz Gandia: un nome, una coreografia. La sua firma dei passi del brano “Chiamo io, chiami tu”, ma non solo. Prima di questo, c'era la collaborazione con Mahmood e il grandissimo successo con Tuta Gold. Dal dietro le quinte del mondo della danza è finito sotto i riflettori grazie al video in cui guidava Gaia, filmato virale in breve tempo in cui battava le mani al ritmo degli inconfondibili suoni onomatopeici “shop, shap, taka tà, tiki tà, boom”. Un energia drink per gli artisti che segue, capace di trasmettere quell'amore viscerale che nutre per il mondo della danza.
In un'intervista a Fanpage.it, Carlos Diaz Gandia racconta retroscena del suo mestiere e rivela come stia vivendo l'ondata di popolarità che l'ha colpita: “Per strada mi riconoscono, non sono abituato”. Si descrive come un energy drink per gli artisti che segue, capace di trasmettere quell'amore viscerale che nutre per il mondo della danza. Un amore che gli è tornato indietro come un'onda, perché i fan che lo seguono non vedono solo il professionista, ma anche la passione che lo muove.
Il successo di “Chiamo io, chiami tu” ha fatto scalpore e Carlos dice di non aver capito niente. Ha dichiarato: “Io ero in Spagna, ma in Italia è stato proprio un boom. Ero a casa, la mia vita continuava normale, andavo al lavoro e vedendo che il mio telefono stava bruciando in un modo tipo mai visto, pazzesco. Io non capivo niente, dicevo ‘Ok, un po' di movement, un po' dilogging'. Ciò nonostante, la gente lo riconosceva: ‘Ecco, è il coreografo!'”.
Il coreografo di Gaia si è divertito a raccontare come è scoppiato il successo virale del video: “Un po' di movement, un po' dilogging', ho detto ‘Ok, questa volta lascio che guardi il video in slow motion'”. Dice che ha sempre lavorato in regime di anonymously, quindi essere riconosciuto è stato “novello” per lui.
Ora, però, Carlos tiene la sua fama e lavora sulla creazione di nuovi progetti, tra cui un'omaggio a Tuta Gold. Parla della sua danza come del suo corpo, affermando: “La danza per me non è solo fisico, è anche istinto, è essere capace di trasmettere tutti i tuoi sentimenti al ritmo della musica e fare sentire questo che tu hai dentro al pubblico. Io voglio parlare del mio arte, voglio parlare del mio lavoro come il mio corpo non il tuo problema”. E conclude affermando: “La danza non è un'attività fisica, ma un profondo equilibrio emotivo e mentale”.
