Caso Almasri, le opposizioni: “Vicenda di una gravità inaudita, Meloni chiarisca in parlamento”
Le opposizioni unite chiedono a Giorgia Meloni di venire in Parlamento per chiarire i punti oscuri della vicenda relativa a Njeem Osama Almasri Habish, uomo di vertice di polizia giudiziaria libica accusato di torture e traffico di esseri umani. L'uomo è stato arrestato a Torino su mandato della Corte penale internazionale e poi rilasciato e rimandato a Tripoli, ufficialmente per un cavillo giuridico.
Il ministro è stato accusato di inerzia anche sul caso Al Masri, e le forze di opposizione sostengono che la scarcerazione di Almasri sia stata un favore a un governo amico. “E' oggi una presidente del Consiglio che libera i trafficanti di esseri umani”, hanno affermato. “Il diritto internazionale è stato calpestato e noi lo diciamo già che non ci si nasconda dietro un chiodo, dietro un giudice comunista, dietro una qualsiasi cosa che possa far gridare a un complotto nei confronti della Meloni. La responsabilità è della Meloni e del suo governo in tutto e per tutto, che espone l'Italia a una figura da avanspettacolo”.
Le opposizioni chiedono massima trasparenza sulla vicenda estremamente opaca e non si fermeranno finché non avranno piena chiarezza e piena luce su quanto è accaduto. “Smettere di nascondersi nel palazzo e venire a riferire in trasparenza”, hanno affermato.
Il sottosegretario ha sottolineato che la scarcerazione di Almasri è stata un favore a un paese amico e che è solo una questione giuridica. Tuttavia, le opposizioni sostengono che il ministero abbia dimostrato inerzia nel caso Al Masri e che il governo abbia autorizzato il decollo dell'aereo dello Stato che ha riportato Almasri in Libia.
La presidente del Consiglio ha risposto alle critiche dell'opposizione dicendo che “io non faccio la guerra ai migranti, faccio la guerra ai trafficanti di migranti”. Tuttavia, le opposizioni sostengono che il governo abbia deciso di riaccompagnare Almasri in Libia, anziché processarlo per i reati commessi, e che ciò sia in contrasto con il diritto internazionale.
Le opposizioni sostengono che dietro questa vicenda ci sia il non detto, ovvero lo scandalo della scelta politica degli ultimi governi del nostro paese di tenere in piedi il memorandum Italia-Libia, che a loro avviso ha rappresentato una forma di cooperazione internazionale ma con dei poteri parastatali. Questa cooperazione ha portato a ingaggiare alcuni dei trafficanti che si sono tolti il cappello dei trafficanti e si sono messi il cappello di carcerieri.