CASO PAGANELLI, AL RIESAME LA SCARCERAZIONE DI DASSILVA
Gli ospiti della trasmissione discutono del caso Paganelli, un omicidio avvenuto a Rimini, e del processo a carico di Luise Da Silva, accusato dell’omicidio. La discussione verte sulla mancanza di prove concrete contro Da Silva e sulla possibilità che le dichiarazioni della testimone Manuela Bianchi, che lo accusa, possano essere false. Gli ospiti sostengono che il processo sia basato su indizi e non su prove concrete, e che la carcerazione di Da Silva possa essere ingiusta.
L’avvocato Antonello Viola sostiene che la Cassazione abbia annullato l’ordinanza di custodia cautelare con rinvio, e che il Tribunale del Riesame di Bologna dovrà riesaminare la richiesta di scarcerazione di Da Silva. L’avvocato Patrizia Giusti sottolinea che il processo è basato su un’unica testimonianza, quella di Manuela Bianchi, e che le prove scientifiche non sono sufficienti a supportare l’accusa.
La criminologa Laura Todaro sostiene che la memoria di Giuliano Saponi, figlio della vittima, potrebbe essere stata influenzata dal clamore mediatico e che le sue dichiarazioni potrebbero non essere attendibili. Il criminologo Cosimo D’Oronzo sostiene che la carcerazione di Da Silva potrebbe essere ingiusta e che il processo dovrebbe essere basato su prove concrete.
Il corrispondente Federico Tommasini riferisce che il processo è seguito con grande interesse a Rimini e che molte persone sostengono l’innocenza di Da Silva. L’avvocato Giusti sottolinea che il processo è un processo mediatico e che le dichiarazioni delle parti coinvolte potrebbero essere influenzate dal clamore mediatico.
La dottoressa Todaro sostiene che la mediaticità del caso potrebbe influenzare le decisioni del tribunale e che le prove scientifiche dovrebbero essere valutate con attenzione. L’avvocato Viola conclude che la prova si deve formare nel dibattimento e che i gravi indizi di colpevolezza non sono sufficienti a supportare l’accusa.

