CASO PAGANELLI, DASSILVA: IL CARCERE POI IL PROCESSO
La discussione verte sul caso giudiziario di Da Silva, accusato dell’omicidio di Pierina Paganelli. Gli ospiti, tra cui criminologi, avvocati e giornalisti, discutono dell’impianto accusatorio, che si presenta come “fortemente indiziario” poiché manca la prova del DNA e l’elemento della CAM 3 è venuto meno.
L’avvocato Viola sottolinea che i termini di detenzione cautelare sono già scanditi dal codice e che la Corte d’Assise dovrà tenerne conto. Se i termini di detenzione cautelare massimi venissero superati, Da Silva tornerebbe libero.
Il dibattito si concentra anche sulla possibilità che la Corte d’Assise possa riascoltare la testimone Manuela Bianchi, che ha cambiato la sua versione dei fatti. La Bianchi era stata indicata come testimone sia dal PM che dalla difesa di Da Silva. Tuttavia, la Corte può decidere di riascoltarla solo su nuovi elementi o documenti sopravvenuti dopo l’incidente probatorio.
L’avvocato Patrizia Giusti solleva la questione della legittimità della richiesta della difesa di riproporre eccezioni preliminari già rigettate in precedenza. Lei sostiene che la difesa aveva il diritto di riproporre queste eccezioni e che la questione più rilevante è quella relativa alla testimonianza di Manuela Bianchi.
La discussione si conclude con l’auspicio che il processo sia celere e che la sentenza di primo grado possa arrivare per la prossima primavera. La Corte d’Assise ha già previsto una calendarizzazione serrata delle udienze, con testimoni ammessi per le udienze del 10 e 17 novembre e del 1 e 15 dicembre.
