CASO PAGANELLI: IL PROCESSO, LE ACCUSE DEI FIGLI
Il processo per l'omicidio di Pierina Paganelli è in corso e la difesa di Luise da Silva, l'imputato, sta cercando di dimostrare che il movente dell'omicidio non era la relazione extraconiugale con Manuela Bianchi, ma qualcosa di diverso. La difesa sostiene che il movente non è stato ancora trovato e che ci sono molte incongruenze nella versione dei fatti presentata dalla procura.
I figli di Pierina Paganelli, Chiara e Giacomo Saponi, hanno testimoniato in aula e hanno descritto la madre come una donna forte e energica, che teneva il controllo della situazione nel condominio dove vivevano. Hanno anche raccontato di come Manuela Bianchi avesse un rapporto stretto con la madre e con il fratello Giuliano, che era in coma dopo un incidente.
La difesa di Luise da Silva sostiene che Manuela Bianchi ha cercato di favorire la posizione di Luise da Silva perché era innamorata di lui e voleva proteggerlo. La difesa anche che la relazione tra Luise da Silva e Manuela Bianchi è continuata anche dopo l'omicidio di Pierina Paganelli.
L'incidente probatorio fonico, richiesto dalla difesa di Luise da Silva, potrebbe essere determinante per capire cosa è successo la notte dell'omicidio. La perizia fonica potrebbe confermare o smentire le dichiarazioni di Manuela Bianchi e aiutare a capire se Luise da Silva è colpevole o no.
Il consulente tecnico della difesa di Luise da Silva, il dottor Perino, ha ricostruito i rumori delle basculanti e delle porte tagliafuoco della notte dell'omicidio, ma non è ancora chiaro se questi rumori siano compatibili con le dichiarazioni di Manuela Bianchi.
Il processo è ancora in corso e ci saranno altre udienze e testimonianze prima di arrivare a una sentenza. La difesa di Luise da Silva è fiduciosa che la perizia fonica e gli altri elementi di prova possano dimostrare l'innocenza del suo assistito.

