Caso Scutellà, i senatori del M5s abbandonano l'Aula. La Russa: “Ma di quale furto parlate?”
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Caso Scutellà, i senatori del M5s abbandonano l'Aula. La Russa: “Ma di quale furto parlate?”

Caso Scutellà, i senatori del M5s abbandonano l'Aula. La Russa: “Ma di quale furto parlate?”

Ecco la trasposizione del testo in italiano:

“Caso Scutellà, i senatori del M5s abbandonano l'Aula. La Russa: “Ma di quale furto parlate?”. Abbandonare il mio ruolo a seguito di un normale procedimento svolto dalla giunta delle elezioni. Il po' del tollerabile, come posso dire, perché è un normale procedimento.

C'è stato un esponente di Fratelli d'Italia che ha dovuto lasciare il suo posto a un collega. Non ci ha mai stata una legislatura in cui un deputato o un senatore abbia dovuto lasciare il suo posto a seguito di un normale procedimento svolto dalla giunta delle elezioni.

Per protestare con veemenza, bisogna avere un minimo di elementi che facciano pensare che ci sia stato un reato. E allora, non possiamo neanche giudicare della giunta delle elezioni, del percorso irregolare, doloso, addirittura furto. Il furto è un reato con dolo. E allora, credo che un po' di buon senso sia prorogato su questo tema.

Capisco che avete un obbligo verso un collega che deve lasciare la camera. L'avete fatto. Ma spingersi troppo oltre finisce per gettare discredito su questo consesso e voi non lo volete. Non sono certo.

Proseguiamo. Spero che dia la parola a Patuanelli e che per oggi, questo argomento lo finiamo qui. Fino alla fine della seduta, poi fate come volete. Grazie, Presidente.

Prenderò un minuto, non troppo, per non entrare nel merito di ciò che è accaduto alla camera, dove c'è anche una procura che sta investigando e non è stato un riconteggio di schede. Sappiamo bene che, contrariamente alle indicazioni del Ministero dell'Interno, schede nulle sono state contate come valide. Ma non è rilevante.

Credo di poter dire che in conferenza di capigruppo, così come in quest'aula, il lavoro che si sta facendo sulle modifiche al protocollo, al netto delle posizioni politiche, che chiaramente vedono maggioranza e opposizione su fronti opposti, è un lavoro di profondo rispetto delle istituzioni di quest'aula, dei gruppi parlamentari e non ricordo una legislatura come questa, in cui non ci sia stato votato il calendario.

Devo riconoscere che tra presidenti di gruppo, la Presidenza del Senato e tutti i membri delle componenti politiche, si cerca di gestire nel miglior modo possibile l'andamento dell'aula. Ciò non toglie, Presidente, che qui dentro noi facciamo e quindi anche un intervento che non ha un'aderenza totale regolamentare. Beh, ma Lei mi sta segnando un sì, se avessimo ascoltato per 2 minuti e mezzo la senatrice Mauro e avessimo fatto quell'intervento, tutto questo non sarebbe accaduto.

Dopodiché, Presidente, mi consenta per il rispetto della sua figura e della sua persona alcuni motivi di tensione nascono anche dal fatto che viene tolta immediatamente la parola, che ci si rivolge in un modo forse non prettamente istituzionale ai colleghi del mio gruppo e non ad altri gruppi che si tollerano alcune cose e non si tollera a noi.

Credo che oggi e lo dico per un segnale nei confronti dell'oggetto del dibattito, ma anche per tutelare l'aula. Credo che sia meglio che il mio gruppo oggi abbandoni i lavori, perché non credo ci siano le condizioni per andare avanti. Lo dico a favore di tutti questo fa parte delle vostre prerogative, credo sia una cosa positiva, a me spiace non ne vedo le ragioni, ma non posso certo obbligarvi a restare qui bene. La ringrazio. 3.31 dichiaro aperta la votazione.”


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