CASO YARA GAMBIRASIO, LA NUOVA RICHIESTA DELLA DIFESA: IL DIBATTITO IN STUDIO
Federico Liguori, documentarista e scrittore, partecipa alla trasmissione “Incidente Probatorio” per discutere del caso di Yara Gambirasio, una ragazza scomparsa e trovata morta nel 2011. Liguori sostiene che la condanna di Massimo Bossetti, l’uomo accusato dell’omicidio, sia stata basata su prove insufficienti e che la ricostruzione dei fatti sia stata distorta.
Liguori afferma che il DNA di Bossetti trovato sulla vittima non è sufficiente per provare la sua colpevolezza, poiché non c’è una ricostruzione chiara dei fatti e non ci sono testimoni che abbiano visto Yara uscire dalla palestra e tornare a casa. Inoltre, Liguori sostiene che la cella telefonica che ha agganciato il telefono di Yara alle 18:55 è più a nord del centro sportivo dove si allenava, il che contraddice la ricostruzione processuale.
Liguori critica anche la sentenza di appello, che avrebbe spostato in avanti di 10 minuti il rapimento per far sì che si presupponga che Yara fosse ancora nella zona del centro sportivo. Sostiene che Yara doveva tornare a casa rapidamente perché l’aveva promesso alla mamma e che non è possibile che alle 18:55 fosse ancora nel centro sportivo.
Inoltre, Liguori solleva dubbi sulla presenza di guanti di Yara ritrovati nelle tasche con due DNA sconosciuti e sulla scomparsa del telefono di Yara, di cui è stata ritrovata solo la SIM e la batteria. Sostiene che il corpo di Yara non è stato ritrovato da volontari, ma che ci sono testimonianze di elicotteristi e volontari che affermano di non aver visto il corpo nel luogo del ritrovamento.
Liguori conclude che le accuse a Massimo Bossetti crollano verticalmente se si considera che Yara non è stata trovata nel luogo del ritrovamento per tre mesi e che non c’è una ricostruzione chiara dei fatti. Sostiene che la condanna di Bossetti sia stata basata su prove insufficienti e che la giustizia non sia stata fatta.
