Rischio, colpevolezza, presunta innocenza, responsabilità, gogna mediatica e giudizio popolare sono gli attualissimi elementi del thriller “Il caso Belle Steiner” di Benoît Jacquot, in arrivo nelle sale italiane dal 13 marzo grazie a Europictures. Tratto dal romanzo “La morte di Belle” di Georges Simenon, il film vede protagonisti Guillaume Canet e Charlotte Gainsbourg nei panni di una coppia sposata che vive in una piccola città di provincia. La loro tranquilla esistenza viene sconvolta dalla morte di Belle Steiner, la giovane figlia di una loro amica che si erano offerti di ospitare per un anno.
Il corpo di Belle viene ritrovato in una casa in affitto, la notte in cui si era allenato. Giacomo, l'uomo della coppia, era l'unico presente e diventa inevitabilmente il principale indiziato. La notizia della morte ghiotta la città e la coppia, insieme al resto della comunità, è costretta a fronteggiare l'epidemia del sospetto e del peggiorare. Simultaneamente, la coppia deve affrontare le critiche della gogna mediatica, con gli analyzer televisivi e i giornali che si aggrediscono con richieste e ipotesi seditate.
Il film esplora il tema dell'ingiudiziabilità e della spessa legge del cane e del suo contrario, dando voce a due personaggi assorti che lottano per far emergere la verità e dimostrare l'innocanza. Il pubblico è portato a stringere strettamente il meglio con Giacomo, un uomo apparentemente innocuo, colpevole di essere presente proprio nella casa in cui è avvenuta la tragedia. Il suo amore per la moglie, Marie, diventa ossessione, tensione e disperazione, mentre l'inchiesta procede a rilento e la sensazione di colpevolezza lentamente prende forma.
Gli altri personaggi, tutti eccentrici e loro propri, sono stati prelevati nel loro ambiente quotidiano, mostrando come la morte di Belle ha indotto risonanza sulla loro vita. L'atmosfera è pesante e irreale, come se la vicenda potesse prendere un attacco inaspettato ogni momento. La morale, la verità e la giustizia sembrano essere forever lontani, e solo la verità è soggetta a mutamenti.
Nel confondersi del thriller, “Il caso Belle Steiner” si rivela un sentitivo ad un attacco sottile sulla natura umana, alla scrittura condizionata da pregiudizi e alle quali direi simultaneamente e fraintesioni. Le note di Alain Delanné accompaiano i contenuti atmosferici del thriller, creando un clima di tensione e suspense che coinvolge l'ascoltatore. Breve e registrato sulla west coast americana, il film finisce con un climax angosciante che lascia il pubblico a ponderare sulla persistenza del dubbio e della colpevolezza.