che fine ha fatto la chiave d’oro che il sindaco di pompei ha donato a gennaro sangiuliano quando…
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che fine ha fatto la chiave d’oro che il sindaco di pompei ha donato a gennaro sangiuliano quando…

La tessitura del sistema politico-instituzionale italiano è sempre sottesa da una trivialità e una confusione tra pubblico e privato che può sfociare in azioni oscurate e misteriose. Uno dei casi più recenti è stato quello relativo alla chiave d'oro donata dal sindaco di Pompei, Carmine Lo Sapio, a Gennaro Sangiuliano, all'epoca ministro della Cultura, con un valore di oltre 11.000 euro.

La storia della chiave d'oro è stata brillantemente ripresa dai migliori investigatori di Le Iene, che hanno scoperto un documento inedito firmato da Sangiuliano in cui l'ex ministro sostiene di non essere mai stato consapevole del valore reale della chiave, che sarebbe stato maggiorato da 1.000 euro a 11.700 euro. La chiave, donata per essere considerata di scarsissimo valore, era stata poi restituita al ministero della cultura dopo che l'allora capo del ministero, Franceschini, l'aveva tenuto per tre anni.

La vicenda è stata ingoiata dalla Procura di e dalla Corte dei Conti, che ha aperto un fascicolo d'indagine sul caso, nella cui prospettiva anche i dipendenti del Comune di Pompei sono stati già stati interrogati dai carabinieri del Nucleo investigativo.

La vicenda si colora con il nome di Maria Rosaria Boccia, nativa di Pompei e figura chiave nel caso, che si è precedentemente fatta intervistare su La Stampa, dove ha assertato di essere stata la “facilitatrice” dell'operazione, avendo mediato tra il sindaco e il ministro per concedere l'onorificenza.

Ma il caso non è solo una semplice storia di doni e regali, ma coinvolge aspetti di corruzione e conflitti di interesse. Nel 2019, il ministro della cultura, Gennaro Sangiuliano, avrebbe ricevuto la chiave d'oro come dono per il suo incarico di ministro, ma la sua istanza di rettifica è stata respinta dalla Corte dei Conti, che ha stabilito che i ministri non possono possedere oggetti di valore superiore ai 300 euro.

La vicenda si snoda tra le pieghi e le reticenze, con figure che spontaneamente oscillano tra verità e bugie. Nathalia corti dichiara che la chiave era “nella disponibilità della signora Boccia”, mentre Gennaro Sangiuliano sostiene che l'oggetto era stato restituito al ministero. Ma la questione non si chiude lì, poiché la prospettiva che la chiave non esista più si apre a nuove ipotesi e nuove domande.

La vicenda sembrerebbe aver toccato il suo punto più alto, ma resta l'etica questione morale su chi e come ha veramente donato la chiave e cosa sia successo alla stessa.

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