“Chi come me” è la sorpresa dell’anno
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“Chi come me” è la sorpresa dell’anno

Il piccolo spettacolo perfetto intitolato “Chi come me” è tratto da una storia vera e affronta contemporaneamente problemi psichici e sogni, solitudine e amicizia, morte e voglia di vivere. Ma soprattutto, parla di teatro. L'amore per l'arte della commedia è radicato in questa storia di anime in p(i)ena, in cui un pragmatico dottor Bauman si unisce a Dorit, un'insegnante di recitazione dallo spirito donchisciottesco, con l'ambizione di cambiare il mondo dei cinque adolescenti ricoverati nella clinica in cui lavorano.

Il manipolo di giovani e talentuosi attori (Amy Boda, Federico De Giacomo, Chiara Ferrara, Samuele Poma, Alia Stegani) e i loro finti genitori (interpretati in maniera straordinaria da Sara Bertelà e Pietro Micci, veri trasformisti che si calano nei panni di ben otto ) danno vita a una storia dolorosa e tenera. Grazie al potente potere curativo del teatro, gli spett-attori vivono un'intima convergenza tra realtà e finzione che li coinvolge anche fisicamente.

La regia di Andrée Ruth Shammah, con la sua consueta delicatezza, emoziona il pubblico dal primo all'ultimo minuto. Ma non solo. Il regista interpella lo spettatore, lo invita e poi lo spinge con forza su questo palcoscenico abitato da adolescenti tormentati, che rappresenta per loro una sorta di culla e nido: un luogo sicuro dal resto del mondo, ma allo stesso tempo esposto alla vita.

L'opera affronta tematiche complesse, come la malattia mentale e la fragilità psicologica, attraverso la lente del teatro, dimostrando come l'arte possa essere un potente strumento di cura e guarigione. La storia si muove con maestria tra momenti di pura comicità e dolenti confessioni, creando un equilibrio unico che coinvolge emotivamente il pubblico.

I giovani attori dimostrano un talento straordinario, dando vita a complessi e sfaccettati. Amy Boda, Federico De Giacomo, Chiara Ferrara, Samuele Poma e Alia Stegani interpretano con maestria adolescenti in lotta con i propri demoni interiori, regalando al pubblico delle performance toccanti e autentiche. La loro giovane età non limita affatto la profondità delle loro interpretazioni, ma anzi, aggiunge un elemento di autenticità e freschezza alle loro performance.

Ma non sono solo gli attori giovanissimi a lasciare il segno. Sara Bertelà e Pietro Micci, nei loro molteplici ruoli di finti genitori, dimostrano una versatilità e una padronanza scenica sorprendenti. La loro abilità nel passare da un personaggio all'altro con un solo cambio di costume è degna di nota.

La scenografia è semplice ma efficace, con un palcoscenico che rappresenta la clinica in cui sono ricoverati gli adolescenti protagonisti. Questo luogo di sofferenza diventa un contesto in cui il teatro può trasformarsi in terapia, donando speranza e conforto a chi ne ha bisogno. La volontà di Dorit di usare il teatro come strumento per cambiare la vita dei ragazzi si scontra spesso con la rigidità e la razionalità del dottor Bauman, ma alla fine il potere dell'arte trionfa.

“Chi come me” è uno spettacolo che riesce a coinvolgere il pubblico in un viaggio emozionante, che suscita riflessioni profonde e stimola la compassione per chi soffre. La capacità dello spettacolo di fondere realtà e finzione mette in luce l'essenza stessa del teatro, la sua capacità di toccare i cuori e di ridare speranza. Andrée Ruth Shammah ha fatto un lavoro straordinario nel dirigere questo spettacolo, creando un'esperienza teatrale indimenticabile.

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