Condanna Ue per la terra dei fuochi, l'ex ministro Costa: “Draghi e Meloni hanno azzerato tutto”
La Corte Europea per i Diritti dell'Uomo ha condannato l'Italia per il caso della Terra dei Fuochi, accusandola di non aver tutelato la salute dei cittadini e dell'ambiente. Il fenomeno, che ha interessato le province di Napoli e Caserta, è caratterizzato da centinaia di discariche illegali di rifiuti pericolosi interrati e roghi continui di materiale industriale di scarto.
Sergio Costa, ex Ministro dell'Ambiente dei governi Conte 1 e Conte 2, oggi deputato e vice presidente della Camera, è stato tra i protagonisti della stagione in cui si svelò lo scempio ambientale in Campania. Costa ha raccontato la sua esperienza, avviando le indagini sulla Terra dei Fuochi e costituendo una direzione generale per le bonifiche nel Ministero dell'Ambiente.
Tuttavia, Costa lamenta che i governi successivi, Draghi e Meloni, hanno azzerato il lavoro fatto, togliendo la direzione generale sulle bonifiche e ritirando i fondi. Costa si chiede quindi qual è la priorità dell'ambiente in Italia e come sia possibile che il tema della Terra dei Fuochi, che ha visto centinaia di migliaia di persone mobilitarsi circa una decina d'anni fa, oggi sia completamente scomparso all'agenda politica.
Costa sostiene che la regione Campania deve fare la perimetrazione della Terra dei Fuochi e chiedere risorse all'Europa per le bonifiche. Inoltre, è necessario intervenire sulla produzione in nero di rifiuti, che è alla base del problema. Costa ritiene che il problema non sia solo di controllo e polizia, ma di gestione e pianificazione.
In sintesi, la Corte Europea ha condannato l'Italia per la mancata tutela della salute e dell'ambiente nella Terra dei Fuochi, e Costa sostiene che i governi successivi hanno azzerato il lavoro fatto e non hanno più considerato la priorità dell'ambiente.