conte viaggia spedito verso l’euro-flop – nel m5s c’è il terrore di finire sotto il 10% alle europee
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conte viaggia spedito verso l’euro-flop – nel m5s c’è il terrore di finire sotto il 10% alle europee

Il Movimento 5 Stelle (M5S) si avvicina alle elezioni europee con un clima di preoccupazione dopo le disastrose performance nelle recenti elezioni regionali. Le liste dei candidati alle europee, votate dagli iscritti sul sito del partito, hanno ricevuto il via libera da soli 18.000 votanti, una percentuale molto bassa rispetto ai 170.000 iscritti totali.

Una delle principali critiche riguarda la mancanza di nomi della società civile in grado di attirare consensi oltre ai confini classici del partito. Inoltre, non sono state concesse deroghe al limite di due mandati per figure di spicco come Alessandro Di Battista e Virginia Raggi, entrambi considerati nemici giurati di Peppiniello Appulo, un importante esponente del M5S.

Il processo di selezione dei candidati condotto da non ha suscitato particolare entusiasmo, almeno dal punto di vista comunicativo. I nomi che spiccano sono Ugo Biggeri di Banca Etica, il direttore de La Notizia Gaetano Pedullà, l'ex calciatrice e allenatrice Carolina Morace e il noto esponente dell'antimafia Giuseppe Antoci. Tuttavia, il resto delle liste si basa principalmente su candidati provenienti dal movimento stesso, come l'uscente Mariangela Danzì nel Nord-Ovest, l'uscente Sabrina Pignedoli nel Nord-Est e l'ex presidente dell'INPS Pasquale Tridico nel Sud.

Nonostante i sondaggi che posizionano il M5S intorno al 15-17%, le sconfitte subite nelle recenti elezioni regionali in , e e i trend storici del partito alimentano il timore di ottenere meno del 10% dei voti alle europee.

Le performance del M5S nelle elezioni europee sono state sempre peggiori rispetto alle previsioni. Uno dei principali motivi addotti è la questione delle preferenze. Essendo un ex movimento senza radicamento e con regole ferree per le liste, come l'esclusione delle candidature civetta e i limiti sui mandati, è difficile presentarsi con candidati capaci di ottenere centinaia di migliaia di preferenze in grado di trascinare il partito.

Anche questa volta, il M5S non ha un gruppo europeo di riferimento da indicare, come accaduto nel 2014 e nel 2019. L'epoca euroscettica che ha portato all'alleanza con Nigel Farage è stata lasciata alle spalle, e i tentativi di accordo con i socialisti e successivamente con i verdi non hanno dato risultati.

Resta da vedere se il discorso di su un tema centrale come la legalità e la “questione morale”, pronunciato a Bari e in , riuscirà a revitalizzare il M5S. Tuttavia, la leadership indebolita di Conte dovrà confrontarsi con il tema dell'inserimento di un tetto ai due mandati, argomento che periodicamente ritorna in discussione.

Se le elezioni europee andranno bene per il M5S, il partito diventerà sempre più connesso a Conte, che ne sarà il leader indiscusso. Altrimenti, si aprirà un periodo di discussione interna sul dopo 2027 e il futuro del movimento.

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