Convention democratici, a Chicago molto chiasso e pochi fatti: la chiave di Harris è coach Walz che rappresenta gli elettori di Trump
Per preparare il suo discorso della scorsa notte, la candidata democratica Kamala Harris ha fatto prove su prove e ancora altre prove portandosi dietro il teleprompter (lo schermo su cui si legge il testo), da sola o con i suoi assistenti, dimenticando, ricordando, cambiando intonazione e facendo di tutto per contenere la sua natura che la spinge a scoppi di risa non sempre appropriati.
Ce l’ha fatta. Bene. Ma non ha vinto. Non ancora. Non ha ancora vinto le elezioni perché il serpentello bifido dei grafici delle intenzioni di voto seguita a preferire per pochissimo poco Trump, e poi perché non sa che cosa dire.
L’evento costituzionale hollywoodiano
Non è colpa sua. Nessuno dei Dem (dall’altra parte c’è il solitario mostro arancione Donald) ha realmente la più pallida idea…