Il movimento terrorista palestinese Hamas sembra essere nel tunnel e non vede la luce, secondo i media israeliani. Secondo quanto riporta l'emittente israeliana Kan, Hamas avrebbe offerto ai funzionari di Fatah la responsabilità della gestione della Striscia di Gaza, compreso il controllo dei valichi di frontiera e degli apparati della sicurezza.
Gli esperti hanno stimato che il movimento abbia subito perdite pesanti, con circa 18 mila combattenti uccisi, tra cui i principali dirigenti delle Brigate Ezzedin Al Kassam. La divisione in tronconi di Gaza ha reso difficile il coordinamento Nord-Sud, mentre la mancanza di un leader sostitutivo di Yahya Sinwar, ucciso recentemente, ha lasciato il comitato dei cinque membri a guidare il movimento.
Il Jerusalem Post ha riferito che Hamas ha offerto a Fatah di gestire la Striscia di Gaza, dimostrando la sua incapacità di controllare la situazione e la sua necessità di una nuova “sede”. Questo è solo il segnale di una profonda difficoltà del gruppo, la cui linea di comando è stata decimata da Israele.
Il ministro della Difesa israeliano, Israel Katz, ha dichiarato che “Hamas è stata sconfitta dal punto di vista organizzativo”, ma è evidente che il movimento continua a resistere, utilizzando la rete dei tunnel per azioni mordi-e-fuggi contro gli invasori e si affidano ad armi semplici.
Tuttavia, la resistenza non è stata in grado di fermare l'avversario e si è dimostrata solo capace di logorare Israele e si logorare sé stessa. Inoltre, Hamas ha ancora in mano decine di ostaggi.
Il Qatar, da sempre amico e finanziatore di Hamas, ha deciso di sospendere la sua mediazione, il che potrebbe essere il primo passo verso la chiusura degli uffici del movimento e la “partenza” dei funzionari della diaspora. Il futuro degli “espulsi” è incerto, con la Siria che ha detto di no a ospitarli e l'Iraq come ipotesi.
Inoltre, Hamas ha chiesto ai rivali di Fatah di assumere la gestione della Striscia di Gaza, il che sarebbe la prova di difficoltà crescenti per il movimento. In questo contesto, è interessante notare che il Qatar ha deciso di sospendere la sua mediazione, forse per evitare danni politici e per non compromettere le relazioni con Israele.
In sintesi, Hamas sembra essere in una situazione di grave difficoltà, con la sua leadership decimata, la sua capacità di controllo della Striscia di Gaza messa in discussione e la sua dipendenza dalla Siria e dall'Iran per il sostegno. Il futuro del movimento è incerto, ma è chiaro che non vede la luce in fondo al tunnel.