‘cos’è diventato, facebook? un social di vecchi, il televideo dei social’ – masneri e i 20 anni…
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‘cos’è diventato, facebook? un social di vecchi, il televideo dei social’ – masneri e i 20 anni…

Il social network , nato 20 anni fa con l'obiettivo di connettere i giovani, è diventato un paradiso per gli anziani. Michele Masneri, in un articolo per “Il Foglio”, critica la piattaforma di Zuckerberg, definendola il “televideo dei social”. Secondo l'autore, negli anni ha cercato in tutti i modi di attirare i giovani, ma più ci ha provato, più sono arrivati i pensionati. Propone quindi a Facebook di “abbracciare la sua età” anziché travestirsi da giovane.

Masneri fa riferimento al periodo iniziale di Facebook, quando Mark Zuckerberg, con intenti un po' da “incel” (involontariamente celibe), cercava di valutare le ragazze universitarie. Il film “The social network” di David Fincher racconta questa storia e suggerisce che l'idea di Facebook potrebbe essere stato in parte rubata dai gemelli Winklevoss. Tuttavia, Zuckerberg ha avuto successo nella vita, sposando una dottoressa cinese e diventando un miliardario. A differenza di altri imprenditori del settore della , come Jeff Bezos o , Zuckerberg non ha avuto un cambio drastico di aspetto o una vita eccessivamente stravagante.

L'autore paragona Zuckerberg a Bill Gates, sottolineando la loro sobrietà e l'abbandono di Harvard per intraprendere le loro imprese. Eppure, Zuckerberg ha avuto anche momenti di follia, come il suo viaggio attraverso gli Stati Uniti in trattore, che sembrava un annuncio per una futura candidatura alla Casa Bianca. Ma invece di partecipare attivamente alla , Zuckerberg ha avuto problemi con gli scandali, come quello di Cambridge Analytica, che ha messo in evidenza i problemi di privacy di Facebook.

Secondo l'autore, Facebook è diventato un social per anziani, con un'età media degli utenti sempre più elevata. I giovani stanno abbandonando la piattaforma e i dati mostrano che la percentuale di adolescenti è diminuita dal 71% al 32%. Al contrario, gli anziani rappresentano ormai il 71% degli utenti americani di Facebook.

Gli studi suggeriscono che i giovani utilizzano Facebook principalmente per le sue funzioni secondarie, mentre gli anziani amano le funzionalità classiche come la condivisione di foto, i like, la messaggistica e le videochiamate. Nonostante tutti gli sforzi di Facebook nel cercare di attirare i giovani, sembra che siano gli anziani ad apprezzare maggiormente la piattaforma.

L'autore suggerisce che Facebook dovrebbe accettare la sua età e non cercare di mascherarsi da giovane. Propone anche l'idea di creare una versione del social network per i settantenni, ottantenni e novantenni, magari con funzioni semplificate. Inoltre, Facebook è diventato un museo, un luogo dove si conservano le memorie del passato, con diapositive delle vacanze e altri ricordi.

Inoltre, l'autore nota che Facebook ha influenzato il modo di scrivere delle persone, soprattutto degli anziani, che spesso commettono errori grammaticali come l'uso errato degli apostrofi e dei punti di sospensione. Questi errori sono diventati comuni non solo su Facebook, ma anche in altre forme di comunicazione digitale.

Nonostante tutte le critiche, l'autore riconosce che Facebook ha ancora una sua importanza nella società, soprattutto per gli anziani. Per molti, Facebook rappresenta ormai un canale rassicurante, come il carosello che si guardava da giovani. Tuttavia, sembra che la piattaforma stia invecchiando insieme al suo fondatore, diventando un po' pesante e meno efficiente.

In conclusione, l'autore critica Facebook per essere diventato un paradiso per gli anziani anziché un social network per i giovani. Suggerisce a Zuckerberg di accettare l'età degli utenti anziché cercare di attirare i giovani e di abbracciare la sua età.

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