“Così ci salvammo”: i sopravvissuti al bombardamento americano di Gorla incontrano Mattarella
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“Così ci salvammo”: i sopravvissuti al bombardamento americano di Gorla incontrano Mattarella

“Così ci salvammo”: i sopravvissuti al bombardamento americano di Gorla incontrano Mattarella

“Così ci salvammo”: i superstiti al bombardamento americano di Gorla incontrano Mattarella, ho ricevuto un regalo che aspettavo da tanto tempo e anche gli angioletti che è andato giù a trovarli ho guardato le foto vong di come c'era lì c'era anche il presidente non andiamo, presente alerò.

Le prime sono le maestre. Aurora Cont la mia e la penultima gazzina è quella che mi ha mandato via perché io volevo andare in rifugio, tutti i costi e sono rimasta in strada, siamo riusciti a scappare. Ha detto “Andate, andate, vicino vado a casa”. Io ho fatto una corsa, tra l'altro, una corsa che accompagna. Il ragazzo rimane sempre una tragedia inimmaginabile. È una cosa che non ci dimenticheremo mai, ma è indimenticabile. Per chiunque non solo per voi certi, qui per questo 0 anni, ma il dolore non si dimentica per quella cosa. Tra la tragedia, dentro di me, dal momento in cui era una delle poche volte che mia mamma poteva accompagnarmi a scuola. Avevamo un ristorante due fratelli più piccoli e poi avevamo la pesa pubblica doveva andare in centro a prendere i bollettari della Pesa. Noi dicevamo “At ” e però quel mattino, lei attendeva il tram che non arrivava. Le ho detto, “Mamma, mi accompagni a scuola”, perché le altre mamme con un bambino solo andavano sempre no allora. Allora, io e il mio cuginetto, Edoardo, di 6 anni, siamo arrivati qui davanti alla scuola dal Ponticello. Arrivava la nostra maestra. Si sono salutate e la mamma le ha detto, “Che bella giornata, signora!” E lei ha risposto, “Sapesse come sono preoccupata con una giornata così bella potrebbero venire a bombardare! Se voi mamme tenete a casa i vostri figli! Noi siamo obbligati a andare a scuola”.

Eravamo appena rientrati che eravamo sfollati in Brianza, ci han portato a casa perché dicevano che ormai la guerra era finita, che ormai la bomba era caduta nella tromba delle scale. Loro sono ruzzola fra le macerie e quattro-cinque sono stati salvati, ma dopo ore, mentre il mio cuginetto e i primi che sono venuti a soccorrere qui sono stati gli operai della ditta Gramegna e lì lavorava anche il papà di Edoardo del mio cuginetto. Comunque, Edoardo cioè il papà di Edoardo è stato qui assieme agli altri sono andati da Ferramenta, quel fratello di nonna, fra l'altro, han portato via platemarked piccoli chosesè impossibile scavare e han cominciato a dare… poi son arrivi i pompieri, quelli della Muti e tutto. Comunque, il mio cuginetto L'han trovato il giorno dopo, verso, Tavo ha voluto dell'aceto per rianimare, perché Edoardo era ancora caldo, ma Edoardo era morto. Comunque, se l'è tenuto in braccia il vestito da marinaro e poi dopo l'ha avuto il funerale da solo, mentre tutti gli altri sono stati portati al cimitero su camion e rimorchio. La chiesa era sempre zezza le panche erano tutte piene di bare, quasi una cosa enorme sì, e i bambini, poi anche alcuni, generi, perché delle bambine che si sono salvate della prima giù nel rifugio. Una era Maria Redaelli, che si è salvata lei, ma è morta la mamma che era venuta qui a prendere la scuola. Un'altra bambina, Angela Locati, da sola cercava di scavare fra le macerie per poter uscire, ma è stata aiutata. Poi, nel pomeriggio, comunque, fra i maschi che si erano sulle scale. Allora, Giancarlo Novara l'hanno estratto, poi l'hanno portato via su un motocarrino, poi l'hanno portato all'ospedale. Comunque, probabilmente era svenuto e l'hanno messo in terra assieme ai morti. Lì a poco è passato un sacerdote per dare la benedizione e si è accorto che a fatica Giancarlo respirava ancora. L'hanno portato su in reparto, le hanno divaricato la bocca con un ferro apposito, gli hanno estratto un sasso che lo soffocava e altri piccoli sporchi delle macerie. Comunque, Giancarlo si è svegliato dopo cinque notti, perché ha visto l'infermiera che arrivava con la siringa per fare un'iniezione. Allora si è spaventato, è saltato giù dalla barella e gli infermieri e dottori erano contenti perché lui avrebbe dovuto rimanere cieco perché aveva anche le palpebre bruciate e invece alla fine si è salvato.”


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