“COSTRETTE A SPOGLIARCI NUDE E FARE SQUAT DALLA POLIZIA”: la denuncia delle attiviste #shorts #news
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“COSTRETTE A SPOGLIARCI NUDE E FARE SQUAT DALLA POLIZIA”: la denuncia delle attiviste #shorts #news

“COSTRETTE A SPOGLIARCI NUDE E FARE SQUAT DALLA POLIZIA”: la denuncia delle attiviste #shorts #news

“Ecco la storia che sto per raccontare: il 26 agosto, un giorno come gli altri, un giorno in cui abbiamo deciso di esercitare il nostro diritto a sapere cosa stesse succedendo. Sono andata con le mie compagne alla questura di Brescia, chiedendo di avere informazioni su una persona, un amico che avevamo notato essere stato coinvolto in un procedimento.

Siamo arrivate lì alle 8:30, con il mio documento d'identità in mano e con la mia sicurezza a riparo. Ma non avevamo alcun motivo per pensare che ciò che sarebbe successo in quei successivi sette ore sarebbe stato così discriminatorio e offensivo.

Hanno cominciato a prendere note del mio documento d'identità, a esaminarlo e a controllarlo. Mi hanno chiesto di togliermi le mutande e di fare tre squat per dei controlli. Non ho mai visto niente del genere prima d'ora. Mi sentivo offesa, indignata e furiosa.

Mi è stato chiesto di spogliarmi di fronte a tutti quegli sconosciuti, senza nessun tipo di rispetto per la mia intimità e la mia dignità. Ma non è stata solo una cosa, era il trattamento discriminatorio che abbiamo ricevuto. È stato riservato solo a persone femminizzate, mentre gli uomini non hanno dovuto sostenere lo stesso tipo di controlli.

Sono rimasta in piedi lì, a quel punto, senza sapere cosa fare. Ho chiesto spiegazioni, ho chiesto se era possibile non fare quel tipo di controllo, ma non ho ricevuto alcuna risposta soddisfacente. Ecco perché abbiamo deciso di protestare, di denunciare questo trattamento discriminatorio e di lottare per il nostro diritto a essere trattati con dignità e rispetto.

Questo è il mio nome, Sono partita insieme alle mie compagne con lo scopo di difendere i nostri diritti, di lottare contro l'omotransfobia e di cercare di cambiare il mondo. Sono qui alla questura di Brescia per protestare contro questo trattamento discriminatorio e per chiedere giustizia.

La lotta contro l'omotransfobia è un dovere per tutti noi. Siamo qui per difendere i nostri diritti, per difendere la dignità delle persone LGBTQI+ e per combattere la discriminazione.

Siamo l'Inno Rebellion e stiamo qui per dire che non ci arrenderemo, che non ci smetteremo mai di lottare per il nostro diritto a essere trattati con dignità e rispetto.”


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