Cesare Cremonini, il cantautore bolognese, è in studio per la puntata speciale di Say Waaad?, il programma condotto da Wad, per parlare del suo nuovo album in studio, Alaska baby. Il cantante, noto per il suo successo con i Lunapop, racconta del suo viaggio in Alaska, che lo ha portato a riflettere sulla sua carriera e sulla sua vita.
Cremonini inizia parlando del suo nuovo album, Alaska baby, che è stato pubblicato lo scorso 29 novembre. L'album contiene i singoli “Ora che non ho più te” e “San Luca”, in cui duetta con Luca Carboni. Il cantautore ripercorre il processo che lo ha portato a creare questo nuovo disco, un viaggio di auto-riscoperta e di rinascita artistica.
Dopo l'ultimo tour, Cremonini si è reso conto che serviva un'energia stimolante da esordiente per il suo nuovo disco. “Mi sono sentito morire e ho detto: ‘Ok, questo è il momento di fermarmi e di mettermi completamente in discussione come essere umano'”, ha dichiarato. Il cantautore ha quindi deciso di fare le valigie e andare in viaggio da solo, per tornare a sentire la sua anima e a riscoprire la sua musica.
Il viaggio in Alaska lo ha portato a guardare il cielo e a vedere le aurore boreali, uno dei simboli dell'album. “Le aurore boreali sono diventate un simbolo di questo album e di qualcosa che c'era dentro di me”, ha detto Cremonini.
La carriera di Cremonini è decollata molto presto grazie al successo dei Lunapop, che di recente hanno festeggiato il 25° anniversario dell'uscita di Squérez?, il loro unico album. L'allora 19enne Cremonini visse un successo incredibile, ma i Lunapop sono anche stati una fonte di problemi per il cantautore. “La storia dei Lunapop è poetica e veramente fiabesca. È il racconto di un'epoca piuttosto balorda, piuttosto punk, le band ovunque. Noi siamo stati la prima voce di una generazione nuova che aveva assimilato dall'Inghilterra quel mood musicale e non era stata un'imposizione dell'industria musicale”, ha ricordato Cremonini.
Tuttavia, il successo dei Lunapop è stato anche seguito da anni non altrettanto semplici per Cremonini. “Il momento di down invece è legato ai primi anni dopo la fine dei Lunapop. Dal 2002 al 2012 non ho mai fatto un concerto a pagamento che avesse più di 200 persone. Questo nonostante il fatto che le canzoni in radio passassero. Semplicemente, io avevo perso il focus su un interlocutore reale”, ha ammesso il cantautore.
Da ormai una decina d'anni, Cremonini è tornato nell'èlite del pop italiano, come confermano le date negli stadi ed eventi come quello al Circuito di Imola con cui si è chiuso lo scorso tour. “Ho avuto la possibilità straordinaria di poter ricostruire la mia carriera crescendo molto in fretta. Oggi posso dire con grande serenità e con un po' di orgoglio che me la sono costruita canzone dopo canzone. Non ho ceduto a quelle scorciatoie, a quegli stratagemmi che poi noi oggi vediamo come risultato finale”, ha detto Cremonini.
Inoltre, il cantautore ha parlato delle canzoni e del loro valore. “Per trovare uno spunto che sia provocatorio per il mondo devi metterti in discussione, e mettersi in discussione vuol dire dolore. Decidere vuol dire dolore, anche tagliare qualcosa del tuo passato vuol dire dolore. Le canzoni mettono a posto le ferite, le cicatrizzano. Più la ferita è grande più la canzone è grande. La canzone ha una dimensione curativa. A me piace molto la canzone, perché rimane molto ambigua”, ha affermato.
In sintesi, il viaggio in Alaska di Cesare Cremonini è stato un momento di riflessione e di auto-riscoperta, che lo ha portato a creare un nuovo album e a riscoprire la sua musica. Il cantautore ha parlato della sua carriera, del successo dei Lunapop e del suo ritorno nell'èlite del pop italiano. Inoltre, ha parlato delle canzoni e del loro valore, sottolineando come esse siano un mezzo per esprimere il dolore e la ferita, e per curare le ferite dell'anima.