Cristina Tajani contro il gioco d'azzardo:”157 miliardi nel 2024. Va limitato con decisione”
Il problema principale non è la proroga della delega, ma i suoi contenuti. La rivoluzione fiscale promessa dal governo Meloni non procede come dovrebbe e quindi si rende necessaria un'altra proroga. Tuttavia, i contenuti della delega sono preoccupanti. Innanzitutto, la riduzione degli scaglioni dell'IRPEF non ha diminuito la pressione fiscale sul centro medio, anzi, è aumentata a causa dell'inflazione e del sistema progressivo sempre meno progressivo.
Inoltre, la revisione dell'IRPEF ha generato il “fiscal drag” e il governo non ha ancora preso misure per porre rimedio a questo fenomeno. Un altro elemento preoccupante è che alcune fasce di reddito di lavoratori hanno visto una diminuzione degli importi in busta paga invece che un aumento.
La delega contribuisce anche alla “fuga dall'IRPEF”, ossia la diminuzione della base imponibile a causa della moltiplicazione di regimi cedolari e separati. Il governo ha continuato a moltiplicare questi regimi, come ad esempio il concordato preventivo biennale, che si è rivelato inadeguato e non apprezzato dai contribuenti.
Il governo non ha fornito dati sui gettiti reali di questi strumenti, costringendo a ragionare su politiche fondamentali come le politiche fiscali al buio. Inoltre, la flat tax per i grandi patrimoni esteri non ha prodotto i risultati sperati e il governo non ha fornito dati su questo regime.
Sui grandi temi fiscali, come la Global Minimum Tax e la web tax, il governo ha fatto ritirata, seguendo le scelte degli Stati Uniti. Ciò priva l'Italia di un gettito importante e non permette di tassare in maniera equa i profitti prodotti in Italia da soggetti esteri.
Infine, la scelta di alleggerire il principio di delega sulla diminuzione delle giocate nel gioco d'azzardo è un grave passo indietro, considerando che gli italiani giocano 157 miliardi di euro nel 2024, con una crescita del 7% rispetto all'anno precedente. La maggioranza dovrebbe unirsi per contrastare le patologie da gioco d'azzardo, limitando l'offerta di gioco, invece di incentivare un presunto gioco responsabile.
