Da Marelli a Bosch, l'agonia dei lavoratori dell'indotto Stellantis tra cassa ed esuberi: “Umiliati”
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Da Marelli a Bosch, l'agonia dei lavoratori dell'indotto Stellantis tra cassa ed esuberi: “Umiliati”

Da Marelli a Bosch, l'agonia dei lavoratori dell'indotto Stellantis tra cassa ed esuberi: “Umiliati”

“Da Marelli a Bosch, l'agonia dei lavoratori dell'indotto Stellantis tra cassa e esuberi: “Umiliati”, arrivi e partiamo da qui, veniamo da Casa Indaco, siamo parte dell'indotto Stellantis, la parte del raffreddamento dell'endotermico, ci troviamo da anni a vivere condizioni di grossa integrazione. Siamo qui, proprio sotto la pioggia, a chiedere chiarezza a Tavares, a Stellantis e alle istituzioni. Noi vogliamo un'industria seria, sito di Cassino, era predisposto per produrre 100.000 vetture al giorno, oggi ci siamo ridotti a un minimo di 13.000, purtroppo destinato a scendere. L'intero indotto non può reggere. Siamo da anni di produzione, 88% dipendiamo da Stellantis. Negli ultimi anni, abbiamo perso dei posti di lavoro, sono stati persino 250. Adesso, siamo in produzione, 100 persone in cassa integrazione, dal 21 ottobre, è facile che ci saranno procedure che hanno avuto l'anno scorso per un licenziamento collettivo, è un'umiliazione. Siamo 18 anni che siamo lì dentro con Stellantis, abbiamo conosciuto la vera crisi, il lavoro, addirittura l'hanno levato a noi, per portarlo in Francia e ora tutto è in Marocco, non ha senso. Veniamo da Bari, facciamo parte della Bosch, annunciato già da tempo 700 esuberi sono già 16 anni che soffriamo di ammortizzatore sociale e si arrivano a lavorare anche solo 10 giorni al mese. Noi siamo comunque fornitori di Stellantis, produciamo il Common Rail, ovvero la pompa Diesel, che è proprio la motorizzazione demonizzata, la comunità europea e il governo italiano diano degli incentivi alle imprese per fare le riconversioni industriali e per riqualificare il personale. Io vengo dalla , l'indotto di Stellantis fa Sili per la 500x, prima adesso non si produce più, abbiamo cinque vetture che non sono mai partite, il Meli è fermo, è fermo l'endoterapia per tutto il settore della componentistica italiana, perché se perdiamo la struttura dell'automotive, perdiamo l'industria del nostro paese e il nostro paese non se lo può permettere. Metalmeccanici non scioperano solo per sé, scioperano per il futuro del nostro paese. La Presidenza del Consiglio convoca tutte le imprese della componentistica Stellantis, perché su questo punto c'è da fare un piano di investimenti straordinario e bisogna bloccare i processi che sono già partiti, penso alla Berco e ad altre aziende di chiusura. I lavoratori non solo stanno subendo la cassa integrazione, ma hanno subito anche un cambio di contratto, dove hanno perso diritti e hanno perso la retribuzione. Non riusciamo più a vivere, facciamo parte del.cards del ma, stiamo soffrendo tantissimo, facciamo parte delle fiancate, tutto ciò che riguarda la parte interna della macchina, si sta lavorando a Cassino, oppure di fatto è tutto fermo, tre giorni alla settimana. Cosa significa perdita di ore, insomma, sul salario. Noi veniamo da Tiberina, ormai CDS pronti per essere licenziati, l'indotto l'ha distrutto, Stellantis stanno annunciando 100 euro di Natale, come se fosse un bonus che aiuta le famiglie, mentre i lavoratori stanno perdendo 900 euro al mese. Tavares dichiara una responsabilità sociale di impresa, ma in realtà non sta concretizzando nulla. Sono tutte aziende strozzate da Stellantis, che chiedono continui sconti, impongono delle riduzioni delle commesse, forza. Queste aziende spostano nell'est Europa e in nordafrica, e la situazione diventa assolutamente insostenibile. La Magneti Marelli è stata venduta, no, noi adesso Marelli di Civano proteggiamo sistemi di scarico automaticamente con l'elettrico, noi siamo la fabbrica a rischio chiusura totale, per il momento non si parla di riconversione. Io ho iniziato a lavorare nel '96, oggi ho 53 anni, e è una paura in più, perché a questa età stai in bilico non sai dove trovare un lavoro. La Panda porta la Panda, lo Stabilimento di Pomigliano, dopo oltre 15 anni, continua a stare in cassa integrazione senza missione produttiva. C'abbiamo solo la Panda, dopo 12-13 anni, non tira più, in tutta Italia, lavora solo a Pomigliano, a singhiozzo 4.200 dipendenti. A parte l'indotto che sta subendo anche lui una crisi profondissima, perché lavora non solo per Pomigliano, ma anche per gli altri stabilimenti italiani che attualmente stanno fermi, non hanno più commesse, perché sta fermo tutto e lavora alle carrozzerie di Mirafiori, in catena di montaggio, da 27 anni. Noi siamo in cassa integrazione da 18 anni, alternato a dei periodi di lavoro. Noi non abbiamo scelto di fare la cassa integrazione, noi abbiamo scelto di lavorare, continuano a ripetere che arriveranno i modelli, noi vediamo solo cassa integrazione. Per noi è diventato uno stile di vita, che non può non può reggere. Vuol dire innanzitutto prendere dalle 4 alle 500 in meno ogni mese, non ce la facciamo più. , come tutto il governo, sono 20 anni che stanno prima stanno in silenzio, con Marin adesso in silenzio con Tavares, sono incapaci di fare , non possiamo ascoltare le dichiarazioni di Tavares, che sono un'offesa al nostro paese, non solo al Parlamento italiano, che non ha reagito con giusto Piglio, il governo deve prendere atto del fatto che i lavoratori sono stanchi di essere messi in cassa integrazione, stanchi degli esuberi e vogliono un piano straordinario per l'industria. Oggi ci riprendiamo il nostro potere in piazza.”


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