Il Quirinale sembra essere attraversato da un certo malumore. I fermenti negativi che angustiano il Presidente della Repubblica, Sergio Mattarella, riguardano i sempre più controversi e faticosi rapporti con il Governo Meloni.
In un recente discorso, Mattarella ammise di aver promulgato leggi che non condivideva, ritenute sbagliate e inopportune, ma votate dal Parlamento. Il riferimento è alle misure adottate dal Governo di destra-centro, come la trasformazione della gestazione per altri in “reato universale”. Ma non è l'unica legge controversa che Mattarella ha dovuto firmare. Il Presidente della Repubblica ha già espresso disaccordo sul decreto anti-rave, la riforma della giustizia, il decreto migranti e la creazione di centri di accoglienza in Albania.
I rapporti tra Mattarella e il Governo Meloni si sono fatti sempre più tesi in questi mesi. Il Presidente della Repubblica si è espresso più volte sulla necessità di un equilibrio tra poteri e di pesi e contrappesi senza scadere nella politicizzazione. Ha anche sottolineato la importanza di recenti vicende di alcune democrazie occidentali che dimostrano quanto possano essere gravi le conseguenze di una erosione dei pilastri dello stato di diritto.
La maggioranza sembra voler riformare la giustizia e ridurre i poteri del Presidente della Repubblica. Mattarella, tuttavia, è contrario a questo tipo di riforma e si è espresso più volte sulla necessità di un equilibrio tra poteri. La riforma del premierato, che potrebbe essere approvata nel futuro, sarebbe un altro terreno su cui le strade del governo e della presidenza della Repubblica sembrano divaricarsi.
Anche la politica estera è un terreno su cui Mattarella e il Governo Meloni sembrano avere punti di vista diversi. La premier ha mantenuto un atteggiamento filo-atlantico e ha stralciato il memorandum sulla via della seta con la Cina. Mattarella, al contrario, ha sempre tenuto ad avere un buon rapporto con entrambe le potenze.
La situazione sembra essere molto complessa e potrebbe esplodere in futuro. Il Presidente della Repubblica potrebbe essere costretto a prendere posizione contro il Governo Meloni e a fare un discorso di fine anno che potrebbe essere politicamente dirompente. Inoltre, l'epicentro degli attriti sotterranei con la maggioranza è costituito dalla riforma del premierato. Una legge costituzionale che nei fatti rafforza il potere del presidente del consiglio a scapito del capo dello Stato che perderebbe soprattutto la capacità di influire sulla scelta dei ministri e vedrebbe ridotto lo spazio di manovra nella gestione delle crisi di governo.
In sintesi, sembrano essere oramai molti i punti di frizione tra capo dello Stato e governo. È bene che le tensioni non si tramutino in scontro aperto. Cosa che potrebbe accadere in futuro se il governo si innervosisse a causa di una flessione dei consensi e della difficoltà nel far avanzare e completare le riforme istituzionali oppure attuare le decisioni politiche più caratterizzanti.