Dall'urgenza della pace al ricordo di Cecilia Sala: il discorso integrale di Mattarella
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Dall'urgenza della pace al ricordo di Cecilia Sala: il discorso integrale di Mattarella

Dall'urgenza della pace al ricordo di Cecilia Sala: il discorso integrale di Mattarella

Ecco il testo del discorso di Mattarella, tradotto in italiano e ridotto a 800 parole:

“Care concittadine e cari concittadini, questo nostro incontro tradizionale mi consente di rivolgere l'augurio più sincero a tutti voi, a chi si trova in Italia e agli italiani che sono all'estero. Stiamo vivendo come ogni fine anno ore di attesa per un tempo nuovo che viene e che speriamo migliore. In questo momento, cerchiamo la serenità rinsaldando i nostri rapporti nelle nostre comunità, nelle famiglie, nelle amicizie. Facciamo i nostri auguri e ne riceviamo. Non è soltanto un rito, è la dimostrazione della nostra natura più autentica, quella che ci chiama alla relazione con gli altri.

Dobbiamo farlo tanto più in quanto viviamo momenti difficili, quando migliaia di vittime civili delle guerre in corso turbano tragicamente le nostre coscienze. La notte di Natale, si è diffusa la notizia che a Gaza una bambina di pochi giorni è morta assiderata. Nella stessa notte di Natale, feroci bombardamenti russi hanno colpito le centrali di energia delle città dell'Ucraina, per costringere quella popolazione civile al buio e al gelo. Gli innocenti rapiti daas e tuttora ostaggi vivono un secondo inizio di anno in condizioni di umiliazione.

Queste forme di barbarie non risparmiano neppure il Natale e le festività più sentite. Eppure, mai come adesso, la pace grida la sua urgenza. La pace che la nostra Costituzione indica come obiettivo e rinunziabile che l'Italia ha sempre perseguito, anche con l'importante momento quest'anno della Presidenza del G7. La pace che non significa sottomettersi alla prepotenza di chi aggredisce gli altri paesi con le armi, ma la pace del rispetto dei diritti umani, la pace del diritto di ogni popolo alla libertà e alla dignità.

Se questo motivo non fosse ritenuto sufficiente, perché è l'unica garanzia di una vera pace, evitando che vengano graditi altri paesi d'Europa. Questo è quindi il primo augurio che tutti ci rivolgiamo: che il nuovo anno porti vera pace ovunque.

Interpreto in queste ore l'angoscia di tutti per la detenzione di Cecilia Sala. Le siamo vicini in attesa di rivederla al più presto in Italia. Quanto avviene segnala ancora una volta il valore della libera informazione. Tanti giornalisti rischiano la vita per documentare quel che accade nelle sciagurate guerre ai confini dell'Europa e del Medio Oriente e altrove, spesso pagando a caro prezzo il servizio che rendono alla comunità.

La notte di Natale, , cui invio auguri pieni di riconoscenza, ha aperto il Giubileo, facendo risuonare nel mondo il richiamo alla speranza. Queste sono ore di speranza nel futuro, nell'anno che viene. Tocca a noi saperla tradurre in realtà.

Cosa significa concretamente coltivare fiducia in un tempo segnato oltre che dalle guerre, da squilibri, da conflitti? Vi è bisogno di riorientare la convivenza, il modo di vivere insieme. In questo periodo, sembra che il mondo sia sottoposto a una allarmante forza centrifuga, capace di dividere, di allontanare, di radicalizzare le contrapposizioni. Sono lacerate le pubbliche opinioni, faglie profonde attraversano le nostre società.

La realtà che viviamo ci presenta contraddizioni che generano smarrimento, sgomento, talvolta senso di impotenza. A livello globale, aumenta in modo esponenziale la ricchezza di pochissimi, mentre si espande la povertà di tanti. La crescita della spesa in armamenti, innescata nel mondo dall'aggressione della Russia all'Ucraina, ha toccato a quest'anno la cifra record di 243 miliardi di dollari.

Ogni volta di più, la scienza, la ricerca e nuove tecnologie aprono possibilità inimmaginabili fino a poco tempo addietro per la cura di malattie ritenute inguaribili. Nello stesso tempo, vi sono lunghe liste d'attesa per esami che, se tempestivi, possono salvare la vita. Numerose persone rinunciano alle cure e alle medicine perché prive dei mezzi necessari.

La fine dell'anno è anche tempo di bilancio. Ho incontrato valori e comportamenti positivi e incoraggianti nel volto, nei gesti, nelle testimonianze di tanti nostri concittadini. Li ho incontrati nel coraggio di chi ha saputo trasformare il suo dolore causato da un evento della vita in una missione per gli altri. Li ho letti nelle parole di semmi basso che insegnano a vivere una vita piena oltre ogni difficoltà.

Siamo tutti chiamati ad agire, rifuggendo da egoismo, rassegnazione o indifferenza. La quotidiana esperienza di tanti nostri concittadini si manifesta un sentimento vivo, sempre attuale, dell'idea di Patria. Mi ha colpito di recente l'entusiasmo degli allievi della nostra Marina Militare su nave Trieste all'avvio del loro servizio per l'Italia e per i suoi valori costituzionali.

Il patriottismo è quello dei medici dei pronto soccorso che svolgono il loro servizio in condizioni difficili e talvolta rischiose. È quello dei nostri insegnanti che si dedicano con passione alla formazione dei giovani. È quello di chi fa impresa con responsabilità sociale e attenzione alla sicurezza di chi lavora. È quello di chi studia e si prepara alle responsabilità che avrà presto. È quello di chi si impegna nel volontariato degli anziani che assicurano sostegno alle loro famiglie.

È fondamentale creare percorsi di integrazione e di reciproca comprensione, perché anche da questo dipende il futuro delle nostre società. La sicurezza rimane una preoccupazione dei cittadini e sostegno massimo deve essere assicurato alle vittime dei reati.

Desidero rivolgere un saluto alle donne e agli uomini di sport in questo che è stato un anno Olimpico e paralimpico. Ricordo le notti di Parigi, l'orgoglio dei nostri atleti attorno alla nostra bandiera. Sono a loro grato per i successi e ancor di più per l'autentico spirito sportivo con cui han vissuto la loro partecipazione.

Nel 2025, celebreremo gli 80 anni dalla Liberazione. È fondamento della Repubblica e presupposto della Costituzione che hanno consentito all'Italia di rilanciare i fili della sua storia e della sua unità. La ricorrenza importante reca con sé il richiamo alla Liberazione da tutto ciò che ostacola libertà, democrazia, dedizione all'Italia, dignità di ciascuno, lavoro, giustizia.

Siamo chiamati a consolidare e sviluppare le ragioni poste dalla costituzione alla base della comunità nazionale. È un'impresa che si trasmette da una generazione all'altra, perché la speranza non può tradursi soltanto in attesa inoperosa. La speranza siamo noi, il nostro impegno, la nostra libertà, le nostre scelte. Buon anno a tutti.”


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