Dardust: oltre i tormentoni c'è di più
Su “Komorebi”, il secondo brano del terzo blocco del primo atto del concerto, il disco dorato che campeggia sullo schermo alle spalle di Dardust, seduto al pianoforte, comincia inesorabilmente a sgretolarsi, a disgregarsi, a sbriciolarsi sotto lo sguardo impassibile del musicista, fino a quando alla fine non rimane solamente la musica, senza il supporto di video o giochi di luce: è l'emblema della fuga di Dario Faini dal successo abbagliante dei Dischi d'oro e di platino, quelli che ha vinto e fatto vincere creando dal niente hit o rendendo hit canzoni che senza il suo tocco non sarebbero diventate successi da 500 milioni di streams complessivi: da “Riccione” dei Thegiornalisti a “Cenere” di Lazza, passando per “Soldi” di Mahmood,…