De Raho (M5s): “Separazione delle carriere? Il giudice è già indipendente, lo dicono le statistiche”
De Raho, esponente del Movimento 5 Stelle, si è espresso sul tema della separazione delle carriere tra pubblici ministeri e giudici, affermando che non risolverebbe il problema di cui parla la maggioranza politica, rappresentato dalla succubezza del giudice rispetto al pubblico ministero. Secondo De Raho, le statistiche dimostrano che il giudice è già indipendente e non vi è intenzione di aderire alle istanze del pubblico ministero.
La separazione delle carriere, secondo De Raho, significherebbe indebolire l'ordine giudiziario e allontanare i due ordini di magistrati, il che porterebbe a una perdita della funzione del pubblico ministero, che non sarebbe più un magistrato imparziale che applica la legge per giustizia, ma un magistrato accusatore investigatore che deve risolvere il caso ad ogni costo.
De Raho afferma che il pubblico ministero ha una sorta di imparzialità e deve essere credibile, non solo per individuare l'autore del reato, ma anche per tutelare l'indagato nei cui confronti si procede. Il pubblico ministero, infatti, è il garante della piena applicazione della legge e dirige le indagini e la polizia giudiziaria.
Secondo De Raho, se si separasse la carriera dei pubblici ministeri e dei giudici, il pubblico ministero non sarebbe più formato con la stessa cultura del giudice, cultura della prova e della rigorosa applicazione delle regole. Ciò porterebbe a un danno per l'indagato e per il paese, poiché il cittadino dovrebbe sapere che il pubblico ministero è il suo garante e può ricorrere a lui per avere protezione dei propri diritti.
In sintesi, De Raho si oppone alla separazione delle carriere tra pubblici ministeri e giudici, affermando che non risolverebbe il problema della succubezza del giudice rispetto al pubblico ministero e indebolirebbe l'ordine giudiziario.