Deborah Compagnoni: “Ho avuto un'infanzia felice. Oggi i bambini sono responsabilizzati presto”
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Deborah Compagnoni: “Ho avuto un'infanzia felice. Oggi i bambini sono responsabilizzati presto”

Deborah Compagnoni, tre volte campionessa olimpica, tre volte campionessa mondiale e detentrice di diverse coppe in Coppa del mondo, è una delle figure più amate e conosciute nello sport italiano. Ora, l’ex sciatrice decide di cimentarsi con la scrittura, pubblicando il suo libro “Una ragazza di montagna”, una raccolta di 20 racconti autobiografici che parlano della sua infanzia, della sua famiglia, della montagna e della libertà.

Nel suo appello in “Deejay Chiama Italia”, il programma di Radio DEEJAY condotto da Linus e Nicola Savino, Deborah Compagnoni racconta il suo libro, mostrandosi aperta e sincera sulla sua infanzia e la sua formazione. “Sono cresciuta e vissuta per 30 anni in montagna, anche viaggiando molto, ma sempre in località per gli sci”, dice. “Ho vissuto 20 anni a Treviso in una cittadina, ma avevo sempre la possibilità di andare verso le montagne, infatti ho conosciuto di più la zona dell’area vicino a Cortina.”

La montagna è un luogo di enorme importanza per Deborah Compagnoni, che afferma: “Mi mancherebbe l’aria fresca, più di tutto. Anche vedere le montagne, ma di diverso c’è l’aria. Ovunque senti che è diversa”. Nei racconti del libro, la montagna è il vero protagonista, insieme alla famiglia e alla libertà.

La vita in montagna l’ha plasmata da bambina, facendo sì che il tennisista Jannik Sinner, nato in alta Valcamuna, non sorprenda: “Ha quel tipo di impostazione da ragazzo di montagna. È molto riservato. Ha scelto uno sport non invernale, però penso che gli sia servita l’esperienza nello sci da bambino: il tipo di preparazione che si fa è piuttosto simile”. E lo stesso ringrazia il suo fratello Yuri, che l’ha seguita alle gare e la sollecitata a prestare attenzione alla gara.

La passione per lo sci l’ha avuta sin da piccolo, dice Deborah Compagnoni: “Ho messo gli sci a due anni e mezzo, un po’ per gioco. Imitavo mio fratello. Un po’ più seriamente intorno ai 7 o 8 anni, finità la scuola andavo a sciare. Intorno ai 13 o 14 anni hanno capito che avevo una marcia in più. È quella l’età giusta per capire se c’è un talento interessante”. E aggiunge: “Ho fatto un po’ di marachelle con lui, come racconta nel libro”.

Il libro di Deborah Compagnoni non è un’auto-biografia classica, ma una raccolta di piccole storie che parlano della sua infanzia, della sua formazione e del suo modo di essere. “Penso che l’infanzia sia fondamentale per quello che sarai poi da grande. Ci sono tante biografie sportive, quella di Agassi è stata quella per eccellenza. A me piaceva ricordare la mia infanzia felice tra i monti e in libertà attraverso questi racconti”, dice.

In sintesi, il libro di Deborah Compagnoni è un omaggio alla libertà, alla montagna e alla famiglia, ispirata da due elementi fondamentali: l’infanzia e la natura. “Una ragazza di montagna” è un libro che racconta la storia di una persona che ha vissuto una storia simbolica per gli Italiani degli anni ’90, ma che oggi vuole condividere con gli altri i suoi racconti e le sue storie attraverso la scrittura.

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